Chiedo di Più: a favore della qualità di cura, contro il tumore al seno

Sensibilizzare, ma soprattutto, agire. Chiedo di Più è una campagna forte, importante e concreta, che vede Roche a fianco di Europa Donna Italia (EDI) per ascoltare i bisogni delle pazienti che vivono una quotidianità segnata dall’esperienza del tumore al seno e sostiene il loro percorso, a favore di un miglioramento della qualità di cura.

Obiettivo: lasciare il segno

Il progetto ha lo scopo di attirare l’attenzione delle istituzioni, chiedendo loro di rispondere con vere e proprie azioni alle esigenze di donne a cui non basta sopravvivere: hanno il diritto di vivere con più garanzie, più soluzioni, più vicinanza, informazione e condivisione da parte di tutti.

Ma non solo, si rivolge anche a tutte le persone che, attraverso la partecipazione sui canali social, possono “segnare in positivo” il futuro di chi incontra questo male.

Passo dopo passo, verso il Senato

Dalla ricerca condotta su oltre 500 pazienti dall’Istituto di Ricerca SWG che ha rivelato una panoramica sui bisogni delle pazienti di tumore al seno e l’offerta terapeutica delle Breast Unit in Italia, allo Storydoing Lab, una giornata dedicata alla condivisione di storie, da donna a donna, che ha generato una grande raccolta di video, ricchi di emozioni tra sorrisi e lacrime, sorprese e nuove amicizie.

Sei pazienti ambassador, impegnate all’interno delle associazioni nella gestione di vere e proprie community su Facebook, hanno incontrato le blogger @fraintesa, @closette, @petuniaollister, @virgola e @dietista.camillabendinelli, seguitissime su Instagram e sensibili all’argomento ognuna per un motivo diverso.

Insieme hanno costruito i messaggi da diffondere sui social e invitare tutte le persone a partecipare attivamente, interpretando il segno + con una foto, fino all’evento del 30 ottobre quando la ricerca, il manifesto dei “Chiedo di più” e i risultati della campagna saranno presentati in Senato.

Credo che la cura debba essere personalizzata. Non può essere somministrata una cura, ma deve essere condivisa con la persona. Quindi anche il medico deve mettersi in ascolto della persona stessa. (Pinuccia)

 

La cosa importante è parlare anche di fertilità. Non deve essere qualcosa da sottovalutare, è importantissimo. (Alessandra) Se siamo qui oggi a proclamare, a chiedere di più da questa società è perché vogliamo che le donne siano in grado di gestire e non di essere gestite da una società che pensa solo al profitto. C’è l’anima. (Debora)

 

Ho scoperto a mie spese il potere incredibile dell’energia che ci possiamo trasmettere: da lì siamo diventate un esercito, dico io, silenzioso e procediamo ognuna con la sua battaglia. (Giulia)

 

Le associazioni devono essere presenti nella struttura ospedaliera perché da subito serve una persona che abbia fatto lo stesso percorso e ci possa sostenere, accompagnare. (Emanuela)

 

Il nostro obiettivo è aiutare le donne disperate con tumore che non riescono a farsi ascoltare. Io mi sento meglio quando so che una persona ha fatto i controlli giusti. È la mia forza. (Maria)

Prova tangibile che c’è ancora tanto da fare e che il tumore al seno si può affrontare: basta avere tempo di ascoltare, forza per chiedere.

Tutti insieme.