Screening e diagnosi precoce 

Il maggior numero di casi di tumore alla mammella, più comunemente noto come tumore al seno, viene diagnosticato in una fase precoce, prima che si sia esteso ad altre parti del corpo. Dal momento che il tumore può essere curabile, se trattato in questa fase iniziale, la diagnosi precoce rappresenta uno strumento di estrema importanza per garantire una prospettiva di vita migliore alle pazienti.

 

Tumore al seno: i fattori di rischio


Le cause effettive del tumore al seno non sono note, ma sono stati identificati dei fattori di rischio, che possono contribuire ad aumentare la probabilità di formazione delle cellule cancerose, ma non determinano necessariamente l’insorgenza della malattia. Allo stesso modo, l’assenza di fattori di rischio non esclude la possibilità di sviluppare un tumore.

I fattori di rischio possono essere i seguenti:

● Fumo

● Fattori dietetici metabolici come il consumo elevato di alcol e/o ridotto di fibre vegetali (un’alimentazione scorretta), l’obesità

● Diabete mellito (tipo 1 e 2, il secondo è legato principalmente allo stile di vita)

● Mancato allattamento al seno

● Fattori ambientali (per esempio esposizione alle radiazioni ionizzanti)

● Menarca precoce

● Menopausa tardiva

● Nulliparità o nascita tardiva del primo figlio (gravidanza a 30 anni o più tardi)

● Età (il rischio incrementa in funzione dell’età)

● Anamnesi familiare: il rischio di tumore al seno raddoppia nelle donne con familiarità e quindi aventi un parente stretto (genitore, sorella o figlia) con tumore al seno. Tuttavia più di 8 donne su 10 con un parente stretto con tumore al seno non svilupperanno mai la malattia

● Trattamento con terapia ormonale sostitutiva dopo la menopausa

● Predisposizione genetica: le donne con mutazioni a carico dei geni BRCA hanno maggiore probabilità di sviluppare il tumore al seno.

Il tumore al seno è ereditario?

La storia familiare svolge un ruolo molto importante nel definire il rischio per una donna di sviluppare un tumore al seno. Le donne con una parente di primo grado (madre, sorella o figlia) affetta da questa neoplasia hanno un rischio raddoppiato di sviluppare la malattia rispetto alle donne che non presentano tale familiarità. Il rischio è tre volte maggiore se al familiare il carcinoma mammario è stato diagnosticato prima della menopausa (fonte: Collaborative Group on Hormonal Factors in Breast Cancer 2001).
La predisposizione genetica è la causa del 5-10% delle forme di tumore al seno e circa la metà di questi casi presenta una mutazione nei geni BRCA1 o BRCA2 (dall’inglese “BReast CAncer”, tumore al seno). Nelle donne portatrici di mutazioni del gene BRCA-1 il rischio di ammalarsi nel corso della vita è pari al 65%, mentre nelle donne con mutazioni del gene BRCA-2 è pari al 40%.

La mutazione genetica viene trasmessa ai figli dal padre o dalla madre e aumenta la probabilità di ammalarsi di tumore nel corso della vita. Indicazioni di un rischio genetico di tumore al seno possono essere:


● Casi frequenti di tumore al seno o alle ovaie in famiglia

● Insorgenza di queste malattie prima dei 50 anni

 

Tumore al seno: sintomi e autopalpazione


Il carcinoma mammario nella fase iniziale non causa generalmente alcun sintomo, ma le donne possono percepire dei cambiamenti al proprio seno grazie all’autopalpazione periodica. Questa pratica può aiutare a identificare precocemente delle anomalie da segnalare al proprio medico o specialista, anche se non sostituisce un esame clinico o diagnostico.

Come si esegue?


● palpare l’intera mammella ed esaminare con cura la regione del cavo ascellare

● comprimere il capezzolo per evidenziare l’eventuale presenza di una secrezione

● guardarsi davanti a uno specchio sia con le braccia sollevate sia con le braccia appoggiate sui fianchi per valutare eventuali alterazioni cutanee o del capezzolo


● Ripetere le stesse manovre in posizione supina, con il braccio corrispondente al seno da esaminare in alto, piegato sotto la testa.

 

È necessario prestare attenzione alle seguenti anomalie:


● cambiamenti nella dimensione o nella forma del seno

● differenza di dimensione tra i due seni apparsa di recente

● retrazioni, pieghe o gonfiore del seno

● anomalie della pelle, come arrossamenti, infiammazioni o pelle “a buccia d’arancia”

● indurimento o presenza di noduli nel tessuto mammario

● noduli o rigonfiamenti nella cavità ascellare

● retrazioni o arrossamento dei capezzoli o secrezione di liquidi

● dolori nell ‘area del seno

Se si rileva un nodulo palpabile o alcuni cambiamenti o delle irregolarità , non bisogna allarmarsi, ma consultare il proprio medico e/o ginecologo, che potrà valutare eventuali, ulteriori esami di approfondimento (Fonte: Screeningroutine.it).

Tumore al seno: il percorso diagnostico


La combinazione di esame clinico, indagini di diagnostica per immagini (come mammografia, ecografia mammaria, risonanza magnetica) e biopsia consente di effettuare la diagnosi con grande precisione e fornisce un risultato certo.

 



Tumore al seno: dalla diagnosi al trattamento

 

Il trattamento del tumore alla mammella, è strettamente legato allo stadio in cui la malattia viene diagnosticata e alle caratteristiche genetiche del tumore. Dipenderà, inoltre, dalle dimensioni e dalla sede del tumore, dal numero di lesioni tumorali della neoplasia, dall’età e dallo stato generale di salute della paziente.

 

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