Media Release

Monza, 02.03.2018

La Commissione Europea approva emicizumab di Roche per il trattamento di persone con emofilia A con inibitori

Si tratta del primo nuovo medicinale, da oltre 20 anni a questa parte, per il trattamento di persone con emofilia A con inibitori in Europa

  • Emicizumab ha dimostrato un’efficacia superiore rispetto al precedente trattamento con agenti bypassanti nell’ambito di due studi di fase III condotti su adulti, adolescenti e bambini
  • La somministrazione sottocutanea una volta a settimana potrebbe contribuire a ridurre l’impatto del trattamento

Monza, 2 Marzo 2018 - Roche ha annunciato che la Commissione Europea ha approvato emicizumab per la profilassi degli episodi di sanguinamento in persone con emofilia A con inibitori del fattore VIII. Emicizumab può essere usato in tutte le fasce d’età.
 Quasi una persona con emofilia A severa su tre può sviluppare inibitori a seguito del trattamento con le terapie sostitutive del fattore VIII. Questo aspetto incrementa il rischio di sanguinamenti potenzialmente letali o di episodi di sanguinamento ripetuti, in grado di causare danno articolare a lungo termine.1
Le persone con emofilia A con inibitori sono esposte a un rischio di decesso superiore del 70% rispetto a quelle senza inibitori.2

“Siamo entusiasti che la Commissione europea abbia approvato emicizumab. Per la prima volta da oltre 20 anni a questa parte, le persone con emofilia A con inibitori potranno disporre di un nuovo farmaco”, ha dichiarato Sandra Horning, M.D., Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche.
“Riteniamo che emicizumab possa fare davvero la differenza nella vita delle persone affette da emofilia A con inibitori e ci impegniamo a collaborare con gli Stati membri dell’UE per garantire l’accesso a questo importante farmaco nel minor tempo possibile”.

L’approvazione si basa su due dei più ampi studi clinici registrativi mai condotti in persone con emofilia A con inibitori, nei quali emicizumab ha dimostrato un’efficacia superiore rispetto al precedente trattamento con agenti bypassanti (BPA) in profilassi o on-demand (al bisogno).

  • Nello studio HAVEN 1 su adulti e adolescenti (di età uguale o superiore a 12 anni) affetti da emofilia A con inibitori, la profilassi con emicizumab ha evidenziato una riduzione statisticamente significativa dei sanguinamenti trattati pari all’87% (rischio relativo [RR] = 0,13; p < 0,0001) rispetto a nessuna profilassi. In un’analisi intrapaziente unica nel suo genere, la profilassi con emicizumab ha prodotto una riduzione statisticamente significativa dei sanguinamenti trattati pari al 79% (RR = 0,21, p = 0,0003) rispetto al precedente trattamento di profilassi con agenti bypassanti (BPA) osservato nell’ambito di uno studio non interventistico (NIS) condotto prima dell’arruolamento nello studio HAVEN 1.
  • I risultati ad interim dello studio HAVEN 2 su bambini di età inferiore a 12 anni con emofilia A con inibitori, hanno evidenziato che l’87% (intervallo di confidenza [IC] al 95%: 66,4; 97,2) dei bambini sottoposti a profilassi con emicizumab ha manifestato zero sanguinamenti trattati. Da un’analisi intrapaziente condotta su 13 bambini che avevano partecipato al NIS, la profilassi con emicizumab ha prodotto una riduzione dei sanguinamenti trattati pari al 99% (RR = 0,01; IC al 95%: 0,004; 0,044) rispetto al precedente trattamento con BPA.

Gli eventi avversi (AE) più comuni, osservati aggregando i dati degli studi clinici e che si sono verificati in almeno il 10% dei pazienti trattati con emicizumab, sono stati le reazioni in corrispondenza della sede di iniezione e il mal di testa. Nello studio HAVEN 1, tre pazienti hanno manifestato eventi di microangiopatia trombotica (TMA) e due hanno sviluppato eventi trombotici gravi quando, di media, un dosaggio cumulativo di concentrato di complesso protrombinico attivato (aPCC) (FEIBA®) > 100 U/kg/24 ore è stato somministrato per 24 ore o più a pazienti in profilassi con emicizumab.

Questi dati hanno portato la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ad approvare l’uso di emicizumab nella profilassi di routine, volta a prevenire o ridurre la frequenza degli episodi di sanguinamento in adulti e bambini con emofilia A con inibitori del fattore VIII: tale approvazione è stata concessa il 16 novembre 2017. La FDA ha esaminato emicizumab tramite Priority Review (Revisione Prioritaria) mentre nel settembre del 2015 aveva accordato al medicinale la designazione di terapia breakthrough in pazienti di età uguale o superiore a 12 anni affetti da emofilia A con inibitori. Lo scorso dicembre, in occasione del Congresso annuale della Società Americana di Ematologia (American Society of Hematology, ASH) sono state presentate analisi aggiornate degli studi HAVEN 1 e HAVEN 2. Da queste analisi è emerso che dopo un follow-up prolungato emicizumab ha continuato a produrre una riduzione sostanziale dei sanguinamenti nelle persone affette da emofilia A con inibitori.

Emicizumab è ad oggi oggetto di studio nell’ambito di un robusto programma di sviluppo clinico comprendente altri due studi di fase III, HAVEN 3 e HAVEN 4. I risultati dello studio HAVEN 3 hanno evidenziato una riduzione statisticamente significativa e clinicamente rilevante del numero di sanguinamenti trattati nel tempo negli adulti e negli adolescenti (di età uguale o superiore a 12 anni) con emofilia A senza inibitori, in regime di profilassi settimanale o a settimane alterne con emicizumab, rispetto ai soggetti non sottoposti a profilassi. Dai risultati ad interim dello studio HAVEN 4 è emerso un controllo clinicamente significativo dei sanguinamenti, negli adulti e negli adolescenti (di età uguale o superiore a 12 anni) con emofilia A con o senza inibitori, trattati con la profilassi con emicizumab una volta ogni quattro settimane. I dati di entrambi gli studi verranno presentati in occasione di un imminente convegno medico e saranno sottomessi alle autorità sanitarie di tutto il mondo per la richiesta di approvazione.

Lo studio HAVEN 1 (NCT02622321; studio BH29884)

HAVEN 1 è uno studio di fase III randomizzato, multicentrico e in aperto volto a valutare l’efficacia, la sicurezza e la farmacocinetica della somministrazione sottocutanea di emicizumab in profilassi una volta a settimana rispetto a nessuna profilassi, in adulti e adolescenti con emofilia A con inibitori del fattore VIII. Lo studio ha incluso 109 pazienti (di età uguale o superiore a 12 anni) affetti da emofilia A con inibitori del fattore VIII precedentemente sottoposti a terapia episodica o profilattica a base di BPA. I pazienti precedentemente trattati con BPA in regime episodico sono stati randomizzati in rapporto 2:1 al trattamento in profilassi con emicizumab (Braccio A) oppure a nessuna profilassi (Braccio B). Ai pazienti precedentemente trattati con BPA in regime di profilassi è stato somministrato il trattamento con emicizumab in profilassi (Braccio C). Ulteriori pazienti precedentemente trattati in regime episodico con BPA sono stati arruolati in un quarto braccio (Braccio D). Il protocollo di studio consentiva, in tutti i bracci e in caso di sanguinamenti insorti in corso di terapia, il trattamento episodico con BPA.

Di seguito si riporta una sintesi dei dati principali tratti dallo studio HAVEN 1.

  • L’endpoint primario ha evidenziato una riduzione statisticamente significativa dei sanguinamenti trattati pari all’87% (rischio relativo [RR] = 0,13; p < 0,0001) con emicizumab in profilassi rispetto a nessuna profilassi.
    • Inoltre, il 62,9% (IC al 95%: 44,9; 78,5) dei pazienti sottoposti a profilassi con emicizumab ha manifestato zero sanguinamenti trattati, contro il 5,6% (IC al 95%: 0,1; 27,3) dei pazienti non sottoposti ad alcuna profilassi.
  • Tutti i 12 endpoint secondari sono stati raggiunti. In un’analisi intrapaziente unica nel suo genere, la profilassi con emicizumab ha prodotto una riduzione statisticamente significativa dei sanguinamenti trattati pari al 79% (RR = 0,21; p = 0,0003) rispetto al precedente trattamento con BPA in profilassi osservato nell’ambito dello studio non interventistico (NIS) condotto prima dell’arruolamento in HAVEN 1.
    • Inoltre, il 70,8% (IC al 95%: 48,9; 87,4) dei pazienti sottoposti a profilassi con emicizumab ha manifestato zero sanguinamenti trattati, contro il 12,5% (IC al 95%: 2,7; 32,4) di quelli sottoposti a precedente trattamento in profilassi con BPA durante il NIS.
  • I miglioramenti dei tassi di sanguinamento con emicizumab in profilassi rispetto a nessuna profilassi hanno compreso una riduzione di tutti i sanguinamenti pari all’80% (RR = 0,20, p < 0,0001), una riduzione dei sanguinamenti spontanei trattati pari al 92% (RR = 0,08, p < 0,0001), una riduzione dei sanguinamenti articolari trattati pari all’89% (RR = 0,11, p = 0,0050) e una riduzione dei sanguinamenti trattati a carico delle articolazioni bersaglio pari al 95% (RR = 0,05, p = 0,0002).
  • La profilassi con emicizumab ha evidenziato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante del punteggio totale e della scala relativa alla salute fisica del questionario Haemophilia-specific Quality of Life(Haem-A-QoL) rispetto a nessuna profilassi. Tali parametri sono stati misurati 24 settimane dopo l’inizio del trattamento negli adulti di età uguale o superiore a 18 anni e hanno valutato i sintomi correlati all’emofilia (tumefazioni dolorose e presenza di dolore articolare) e alla funzionalità fisica (dolore nel movimento e difficoltà a camminare per lunghi tratti).
  • La profilassi con emicizumab ha evidenziato inoltre un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della scala dell’indice di utilità e della scala analogica visiva del questionario EuroQoL Five-Dimension-Five Levels (EQ-5D-5L) rispetto a nessuna profilassi. Tali parametri sono stati misurati 24 settimane dopo l’inizio del trattamento negli adulti e negli adolescenti di età uguale o superiore a 12 anni e hanno valutato criteri relativi alle condizioni generali di salute (mobilità, cura di sé, attività abituali, dolore/fastidio e ansia/depressione).

Lo studio HAVEN 2 (NCT02795767; studio BH29992)

HAVEN 2 è uno studio clinico multicentrico, in aperto e a braccio singolo condotto su bambini di età inferiore a 12 anni affetti da emofilia A con inibitori del fattore VIII. Lo studio si propone di valutare l’efficacia, la sicurezza e la farmacocinetica della somministrazione sottocutanea di emicizumab in profilassi una volta a settimana. L’analisi ad interim di efficacia, condotta dopo almeno 12 settimane di trattamento, ha incluso 23 bambini.

  • Dopo un tempo mediano di osservazione di 38,1 settimane, dall’analisi ad interim è emerso che l’87% (IC al 95%: 66,4; 97,2) dei bambini che hanno ricevuto la profilassi con emicizumab ha manifestato zero sanguinamenti trattati. I dati ad interim hanno inoltre evidenziato quanto segue:
    • Il 34,8% (IC al 95%: 16,4; 57,3) dei bambini ha manifestato zero sanguinamenti complessivi, comprendenti tutti i sanguinamenti trattati e non trattati.
    • Il 95,7% (IC al 95%: 78,1; 99,9) dei bambini ha manifestato zero sanguinamenti spontanei trattati.
    • Il 95,7% (IC al 95%: 78,1; 99,9) dei bambini ha manifestato zero sanguinamenti articolari trattati.
    • Il 100% (IC al 95%: 85,2; 100) dei bambini ha manifestato zero sanguinamenti trattati a carico delle articolazioni bersaglio.
  • In un’analisi intrapaziente, 13 bambini che avevano partecipato al NIS citato in precedenza, hanno avuto un tasso annualizzato di sanguinamenti (ABR) relativo ai sanguinamenti trattati, pari a 17,2 (IC al 95%: 12,4; 23,8) durante il precedente trattamento con BPA in regime di profilassi (n = 12) o episodico (n = 1) contro lo 0,2 (IC al 95%: 0,1; 0,8) registrato nei pazienti sottoposti a profilassi con emicizumab, pari a una riduzione del 99% (RR = 0,01, IC al 95%: 0,004; 0,044) del tasso di sanguinamenti. Durante la profilassi con emicizumab, 11 bambini (84,6%) hanno manifestato zero sanguinamenti trattati.

Emicizumab

Emicizumab è un anticorpo bispecifico diretto contro il fattore IXa e il fattore X. È stato concepito per avvicinare i fattori IXa e X, che sono le proteine necessarie per attivare la naturale cascata della coagulazione e ripristinare il processo di coagulazione del sangue nei soggetti affetti da emofilia A. Emicizumab è un trattamento profilattico (preventivo) può essere somministrato sotto forma di soluzione pronta all’uso da iniettare al di sotto della pelle (per via sottocutanea) una volta a settimana. Il programma di sviluppo clinico è volto a valutare la sicurezza e l’efficacia di emicizumab e il suo potenziale supporto nella gestione delle attuali sfide cliniche: la breve emivita dei trattamenti esistenti, lo sviluppo degli inibitori del fattore VIII e la necessità di frequenti accessi venosi. Emicizumab è stato ideato da Chugai Pharmaceutical Co., Ltd. ed è sviluppato congiuntamente da Chugai, Roche e Genentech. È commercializzato negli Stati Uniti come emicizumab-kxwh per i soggetti affetti da emofilia A con inibitori del fattore VIII; il suffisso kxwh è stato stabilito in conformità con la Linea guida della denominazione non proprietaria dei prodotti biologici per l’industria, rilasciata dalla Food and Drug Administration statunitense.

L’emofilia A

L’emofilia A è una grave patologia ereditaria caratterizzata da un’insufficienza della coagulazione, che determina sanguinamenti incontrollati e spesso spontanei. L’emofilia A interessa circa 320.000 persone in tutto il mondo,[i],[ii]di cui il 50-60% presenta una forma grave della malattia.[iii] Le persone affette da emofilia A soffrono della mancanza, totale o parziale, di una proteina della coagulazione chiamata “fattore VIII”. Nei soggetti sani, in caso di sanguinamento, il fattore VIII agisce da cofattore per i fattori della coagulazione IXa e X, determinando un passaggio fondamentale per la coagulazione del sangue e quindi l’interruzione dell’emorragia. A seconda della gravità della patologia, le persone affette da emofilia A possono manifestare sanguinamenti frequenti, soprattutto a livello delle articolazioni o dei muscoli.2 Questi sanguinamenti possono costituire motivo di forte preoccupazione per la salute, in quanto causano spesso dolore e possono comportare gonfiore cronico, deformità, mobilità ridotta e danno articolare a lungo termine.[iv] Una grave complicanza del trattamento è rappresentata dallo sviluppo di inibitori verso le terapie sostitutive del fattore VIII.[v] Gli inibitori sono anticorpi sviluppati dal sistema immunitario dell’organismo che si legano al prodotto sostitutivo del fattore VIII e ne bloccano l’efficacia,[vi] rendendo difficile, se non impossibile, ottenere un livello di fattore VIII sufficiente a controllare il sanguinamento.

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Roche

Roche è un gruppo internazionale pionieristico nella farmaceutica e nella diagnostica dedicato al progresso della scienza per migliorare la vita delle persone. L’unione degli elementi di forza della farmaceutica e della diagnostica all’interno della stessa organizzazione ha portato Roche a essere leader nella medicina personalizzata, una strategia che mira a fornire il trattamento più appropriato per lo specifico paziente nel miglior modo possibile.

Roche è la più grande azienda biotech al mondo con un portafoglio davvero diversificato di medicinali in oncologia, immunologia, malattie infettive, oftalmologia e sistema nervoso centrale. Roche è anche leader mondiale nella diagnostica in vitro, nella diagnostica oncologica su tessuti ed è all’avanguardia nella gestione del diabete.

Fondata nel 1896, Roche continua a ricercare migliori soluzioni per prevenire, diagnosticare e trattare le malattie e dare un contributo sostenibile alla società. Roche punta altresì a migliorare l’accesso alle innovazioni mediche da parte dei pazienti attraverso la collaborazione con tutti gli stakeholder rilevanti. Trenta farmaci sviluppati da Roche compaiono negli elenchi dei medicinali essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità tra cui farmaci oncologici, antimalarici e antibiotici salvavita. Roche è stato riconosciuto Gruppo Leader per la sostenibilità nel settore Farmaceutici, Biotecnologie & Scienze della Vita secondo gli Indici di Sostenibilità Dow Jones per nove anni consecutivi.

Il Gruppo Roche ha sede centrale a Basilea, in Svizzera, ed è attivo in oltre 100 paesi.

Nel 2016 il Gruppo Roche contava oltre 94.000 addetti nel mondo, ha investito 9,9 miliardi di franchi svizzeri in R&S e registrato un fatturato pari a 50,6 miliardi di franchi svizzeri. Genentech, negli Stati Uniti, è una società interamente controllata del Gruppo Roche. Roche è l'azionista di maggioranza di Chugai Pharmaceutical, Giappone. Ulteriori informazioni sul sito www.roche.com

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tel. +390392474410; +393474570026

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References

[i] WFH. Guidelines for the management of haemophilia. 2012 [Internet; cited 2017 December]. Available from:

http://www1.wfh.org/publications/files/pdf-1472.pdf

[ii] Berntorp E, Shapiro AD. Modern haemophilia care. The Lancet 2012; 370:1447-1456.

[iii] Marder VJ, et al. Hemostasis and Thrombosis. Basic Principles and Clinical Practice. 6th Edition, 2013. Milwakee, Wisconsin. Lippincott Williams and Wilkin.

[iv] Franchini M, Mannucci PM. Haemophilia A in the third millennium. Blood Rev 2013; 179-84.

[v] Gomez K, et al. Key issues in inhibitor management in patients with haemophilia. Blood Transfus. 2014; 12:s319–s329.

[vi] Whelan, SF, et al. Distinct characteristics of antibody responses against factor VIII in healthy individuals and in different cohorts of haemophilia A patients. Blood 2013; 121: 1039-48