Media Release
Milano, 17.05.2018
Roche in prima linea nella ricerca e trattamento del tumore del polmone con nuovi incoraggianti risultati
Rilasciati oggi in anteprima nuovi promettenti dati sul trattamento del carcinoma polmonare che verranno approfonditi all’American Society of Clinical Oncology (ASCO), a Chicago, dal 1 al 5 giugno
Roche conferma la sua leadership nella lotta al cancro preparandosi a partecipare da protagonista al prossimo congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), in programma a Chicago dal 1 al 5 giugno 2018, dove presenterà nuovi dati su 19 molecole e oltre 180 abstract su oltre 13 diverse tipologie di tumore. Particolare attenzione è rivolta ai nuovi trattamenti che aprono incoraggianti prospettive per i pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato e metastatico. I primi dati, rilasciati oggi in anteprima, riguardano lo studio di fase III ALEX che mostra come alectinib, inibitore ALK di seconda generazione, abbia un’efficacia senza precedenti tra i farmaci della stessa classe, con 34,8 mesi di sopravvivenza libera da progressione (PFS), valore triplicato rispetto alla terapia standard di riferimento.
Il tumore del polmone, di cui la tipologia definita non a piccole cellule (NSCLC) rappresenta circa l’85% dei casi, resta ancora oggi uno dei tumori più difficili che gli oncologi si trovano ad affrontare, responsabile ogni anno di oltre 1.6 milioni di decessi nel mondo. Grazie agli straordinari progressi compiuti dalla ricerca, che hanno portato negli ultimi anni all’avvento delle terapie a bersaglio molecolare, è stato cambiato radicalmente l’approccio al trattamento di questo “big killer”. Rientra in questa classe di farmaci rivoluzionari, alectinib, terapia target indicata per il tumore del polmone non a piccole cellule, con alterazione del gene ALK, una forma tumorale molto aggressiva, legata ad un particolare riarrangiamento genico (ALK), che si presenta prevalentemente in pazienti giovani e non fumatori e con una prognosi particolarmente sfavorevole.
I più recenti progressi e risultati dello studio di fase III ALEX mostrano che alectinib, come trattamento di prima linea, riduce significativamente il rischio di progressione della malattia o morte del 57% rispetto a crizotinib dopo due anni di monitoraggio in pazienti affetti da NSCLC metastatico ALK-positivi. La mediana della sopravvivenza libera da progressione (PFS) nei pazienti trattati con alectinib, è più che triplicata rispetto ai pazienti trattati con crizotinib (34,8 mesi versus 10,9 mesi).
“Gli ultimi risultati emersi dallo studio ALEX mostrano un sostanziale miglioramento nell’efficacia di alectinib, che triplica la mediana della sopravvivenza libera da progressione rispetto alla terapia standard. Sono risultati molto importanti perché dimostrano come il farmaco permetta di tenere sotto controllo la malattia per oltre 30 mesi, offrendo ai pazienti una soluzione più efficace e tollerabile, e allo stesso tempo consenta di superare l’approccio più comune di somministrazione sequenziale di farmaci biologici. In questo modo alectinib apre nuovi orizzonti per i pazienti candidandosi a diventare un trattamento di prima linea” afferma Filippo de Marinis, Direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
L’impegno di Roche nella lotta al cancro del polmone non si esaurisce con le terapie a bersaglio molecolare. Gli sforzi in ricerca e sviluppo dell’azienda si sono, infatti, concentrati anche nel campo dell’immunoterapia, un approccio terapeutico all’avanguardia che mira a ripristinare l’attività del sistema immunitario contro il tumore. Diversi studi mostrano le enormi potenzialità offerte dall'anticorpo monoclonale anti PD-L1, atezolizumab, oggi indicato per il trattamento di pazienti affetti dal NSCLC localmente avanzato o metastatico e precedentemente sottoposti a chemioterapia, che potrebbe ottenere in futuro anche l'indicazione di trattamento di prima linea in aggiunta alla chemioterapia. Sono, infatti, attualmente in corso otto studi di Fase III volti a valutarne l’efficacia nel trattamento in monoterapia e in combinazione con altri farmaci. La terapia con atezolizumab ha assicurato una maggiore sopravvivenza rispetto al trattamento con docetaxel, come dimostrato da due importanti studi clinici internazionali: lo studio di fase II POPLAR e lo studio di fase III OAK, in corso di valutazione ai fini della rimborsabilità da parte di AIFA. Quest’ultimo, in particolare, ha provato come l’utilizzo di atezolizumab in pazienti con NSCLC localmente avanzato o metastatico e precedentemente sottoposti a chemioterapia, abbia portato ad una sopravvivenza complessiva di 13.8 mesi (OS), maggiore rispetto al dato di coloro a cui era stato somministrato docetaxel, pari a 9.6 mesi.
“I risultati dei due studi POPLAR e OAK” commenta Filippo de Marinis “segnano un percorso di sviluppo importante specialmente per l’efficacia che atezolizumab ha dimostrato per la classe di pazienti negativi per PD-L1, che non hanno al momento alternative di trattamento. Allo stato attuale, si tratta del primo PD-L1 inibitore che è riuscito a dimostrare la sua efficacia in seconda linea mostrando sicuramente grande potenziale nel trattamento del tumore del polmone.”
Verranno inoltre presentati all’ASCO i risultati degli studi IMPower150 e IMPower 131. Il primo è volto a valutare atezolizumab in combinazione con bevacizumab e la chemioterapia con carboplatino e paclitaxel in pazienti con NSCLC non squamoso, non trattati precedentemente. L’analisi ad interim dei dati dello studio IMPower150, rilasciati oggi in anteprima, dimostra risultati positivi circa itassi di sopravvivenza complessiva pari a 19.2 mesi rispetto ai 14.7 della terapia standard. Lo studio IMPower 131, invece, ha valutato la somministrazione combinata di atezolizumab con la chemioterapia come trattamento di prima linea per pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato squamoso, fornendo nuovi importanti risultati in termini di PFS.
"Questi dati su due nuovi farmaci per il trattamento del carcinoma del polmone rappresentano un nuovo traguardo nella storia di Roche, una storia fatta di coraggio nella ricerca scientifica e nell'innovazione", ha dichiarato Anna Maria Porrini, direttore medico di Roche. "Questi risultati rappresentano il frutto del nostro continuo e duraturo impegno volto a migliorare le condizioni delle persone che convivono con questa importante patologia".
L’impegno di Roche in oncologia
Roche è un gruppo internazionale pionieristico nella farmaceutica e nella diagnostica dedicato al progresso della scienza per migliorare la vita delle persone. Fondato nel 1896 il Gruppo ha sede centrale a Basilea, in Svizzera, ed è attivo in oltre 100 paesi con 94.000 addetti. In Italia Roche è presente da 120 anni con oltre 1.200 dipendenti che ogni giorno lavorano per ricercare soluzioni terapeutiche in grado di prevenire, diagnosticare e trattare le malattie, dando un contributo sostenibile alla società.
Roche è da sempre impegnata nella ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci con l’obbiettivo di ridefinire il paradigma di trattamento di numerose tipologie di tumori; in particolare, Roche è impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative che mirano a stimolare l’attivazione del sistema immunitario nel combattere il cancro. Il programma di ricerca e sviluppo nel campo dell’immunoterapia oncologica intrapreso dall’azienda comprende 20 sperimentazioni, di cui 11 studi clinici.
Nell’area oncologica all’impegno nell'immunoterapia si aggiungono le competenze in fatto di analisi genetiche di Foundation Medicine. Acquisita dal Gruppo nel 2015, la startup mira a trasformare la cura del cancro attraverso tecniche avanzate per una diagnosi oncologica sempre più precisa, per una maggiore comprensione delle alterazioni molecolari alla base dello sviluppo della malattia in ogni paziente, favorendo così un approccio orientato alla personalizzazione della terapia.
Per maggiori informazioni
Erika Vetrugno: [email protected]; +39 039 2474747; +39 348 5299498
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