Media Release

Monza, 19.04.2017

Tumore vescica: FDA statunitense concede approvazione accelerata all’immunoterapia Roche.

Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha concesso ad atezolizumab l’approvazione accelerata per il trattamento dei pazienti affetti da carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico non idonei a chemioterapia con cisplatino.
 

Si tratta della prima e unica immunoterapia oncologica approvata nel carcinoma della vescica avanzato come trattamento iniziale nei pazienti non adatti alla chemioterapia con cisplatino. Atezolizumab è stato precedentemente approvato per il trattamento dei pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico andati incontro a progressione durante o dopo chemioterapia a base di platino, o entro 12 mesi dalla somministrazione di una chemioterapia prima (neoadiuvante) o dopo (adiuvante) intervento chirurgico. Il carcinoma alla vescica è la forma più comune di carcinoma uroteliale e un paziente su due con malattia avanzata non è in grado di sottoporsi a chemioterapia con cisplatino come trattamento iniziale e presenta pertanto un’urgente esigenza medica insoddisfatta. Il carcinoma uroteliale comprende anche tumori maligni dell’uretra, degli ureteri e della pelvi renale.

Siamo molto soddisfatti di sapere che atezolizumab verrà messo a disposizione di un maggior numero di persone affette da carcinoma della vescica avanzato, compresi coloro non adatti a sottoporsi al trattamento iniziale con chemioterapia a base di cisplatino”, ha dichiarato Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development. “Atezolizumab è stata la prima immunoterapia oncologica approvata dalla FDA per i pazienti con carcinoma della vescica avanzato e ha assunto il ruolo di terapia standard per i pazienti andati incontro a progressione della malattia dopo un trattamento con altri farmaci, prima o dopo intervento chirurgico, o a seguito di diffusione del tumore”.

Il programma di approvazione accelerata della FDA è concessa esclusivamente ai farmaci che rispondono a tutte quelle esigenze mediche non ancora soddisfatte dalle attuali terapie e per condizioni gravi, in base a evidenze precoci ma che indicano la presenza di un beneficio clinico. L’indicazione di atezolizumab è stata approvata mediante procedura accelerata sulla base del tasso e della durata della risposta. L’approvazione di questa indicazione potrebbe essere subordinata alla verifica di un beneficio clinico e alla sua descrizione nelle sperimentazioni di conferma. L’approvazione odierna di atezolizumab si basa sui risultati dello studio di fase II IMvigor210.

Negli Stati Uniti si tratta della terza approvazione per atezolizumab nell’arco di meno di un anno. Atezolizumab è stato anche approvato per il trattamento dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) metastatico andati incontro a progressione della malattia durante o dopo chemioterapia a base di platino o con una target therapy, approvata dalla FDA (nel caso in cui il tumore presenti mutazioni dei geni EGFR o ALK).

Non è noto se atezolizumab è sicuro ed efficace nei bambini.

Lo studio IMvigor210

IMvigor210 consiste in uno studio di fase II in aperto, multicentrico e a braccio singolo che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di atezolizumab nei pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico, indipendentemente dall’espressione di PD-L1. I partecipanti allo studio sono stati arruolati in una di due coorti. L’approvazione accelerata si basa sui risultati della Coorte 1, costituita da 119 pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico non idonei a chemioterapia a base di platino e non pretrattati oppure andati incontro a progressione almeno 12 mesi dopo chemioterapia neoadiuvante o adiuvante. I pazienti della coorte sono stati trattati con una dose di atezolizumab da 1200 mg per via endovenosa ogni tre settimane, fino all’insorgenza di tossicità o progressione della malattia. L’endpoint primario dello studio era il tasso di risposta obiettiva (ORR).

Di seguito si riporta una sintesi dei dati di efficacia ricavati dallo studio IMvigor210 che avvalorano l’approvazione accelerata.

 

Tutti i pazienti

Sottogruppi con espressione di PD-L1

 

n = 119

Espressione di

PD-L1

 

in < 5% delle IC1

 

(n = 87)

Espressione di

 

PD-L1

 

in ≥ 5% delle IC1

 

(n = 32)

Numero di soggetti responsivi confermati secondo quanto valutato dalla commissione di revisione indipendente (IRF)

28

19

9

Tasso di risposta obiettiva (ORR; %)

 

(intervallo di confidenza [IC] al 95%)

23,5

 

(16,2–32,2)

21,8

 

(13,7–32,0)

28,1

 

(13,8–46,8)

Risposta completa (CR; %)

6,7

6,9

6,3

Risposta parziale

 

(PR; %)

16,8

14,9

21,9

Durata della risposta (DoR) mediana in mesi (range)

Non raggiunta

(3,7–16,6+)

Non raggiunta

(3,7–16,6+)

Non raggiunta

 

(8,1–15,6+)

+ Indica un valore censurato

 

1 Espressione di PD-L1 sulle cellule immunitarie infiltranti il tumore (IC)

 

Le reazioni avverse di grado 3–4 più comuni (≥ 2%) sono state: affaticamento (8%), infezioni delle vie urinarie (5%), anemia (7%), diarrea (5%), aumento dei livelli ematici di creatinina (5%), occlusione intestinale (ostruzione parziale o completa dell’intestino), aumento dei livelli dell’enzima epatico alanina transaminasi (4%), iponatriemia (bassi livelli ematici di sodio; 15%), calo dell’appetito (3%), sepsi (infezione del sangue), mal di schiena/collo (3%), insufficienza renale e ipotensione (bassa pressione arteriosa). Cinque soggetti (4,2%) hanno manifestato sepsi, arresto cardiaco, infarto del miocardio, insufficienza respiratoria o distress respiratorio, che si sono rivelati fatali. Un ulteriore paziente (0,8%) ha manifestato un’infiammazione al cervello causato dal virus herpes simplex (meningoencefalite erpetica) e al momento della morte il tumore era progredito. Il 4,2% (5) dei 119 pazienti ha interrotto il trattamento con atezolizumab a causa di reazioni avverse.

Roche sta valutando atezolizumab nell’ambito di uno studio di fase III di conferma (IMvigor211), nel quale il trattamento viene confrontato con la chemioterapia come trattamento iniziale in pazienti affetti da una forma specifica di carcinoma della vescica avanzato, nonché in pazienti con carcinoma della vescica andato incontro a progressione durante almeno un precedente regime a base di platino.

Background

Il carcinoma uroteliale metastatico

Il carcinoma uroteliale metastatico (mUC) è associato ad una prognosi sfavorevole e a limitate opzioni terapeutiche. Si tratta di un tumore che non ha visto grandi progressi scientifici per più di 30 anni al di fuori degli Stati Uniti. Il carcinoma uroteliale è il nono e più comune tumore in tutto il mondo, con 430.000 nuovi casi diagnosticati solo nel 2012 che si traducono in circa 145.000 decessi ogni anno. Gli uomini hanno una probabilità di contrarre il carcinoma uroteliale, tre volte superiore rispetto alle donne, ed è tre volte più comune nei Paesi sviluppati che nei Paesi meno sviluppati.

Atezolizumab

Atezolizumab è un anticorpo monoclonale progettato per interferire con una proteina chiamata PD-L1 (programmed death ligand-1), espressa sulle cellule tumorali (TC) e sulle cellule immunitarie (IC) impedendo che si leghi a PD-1 e B7.1 sulla superficie delle cellule T. Inibendo la proteina PD-L1, atezolizumab può attivare le cellule T, ripristinando la loro capacità di rilevare in modo efficace le cellule tumorali e di attaccarle.

Roche nell’immunoterapia oncologica

Per più di 50 anni, Roche ha sviluppato farmaci con l’obiettivo di ridefinire i trattamenti in oncologia. Oggi, l’azienda investe importanti risorse per mettere a disposizione nuove opzioni terapeutiche in grado di stimolare il sistema immunitario dei pazienti a combattere il tumore.

Informazioni sull'immunoterapia oncologica personalizzata

L'immunoterapia oncologica personalizzata (PCI-personalised cancer immunotherapy) mira a fornire a medici e ogni singolo paziente le opzioni terapeutiche più adeguate alle loro esigenze specifiche.

Il programma di ricerca e sviluppo di Roche nella PCI comprende più di 20 molecole sperimentali, di cui otto sono in fase di sviluppo clinico. Tutti gli studi includono una valutazione prospettica dei biomarcatori volti a individuare i pazienti che più di altri possono beneficiare nell’impiego di questi farmaci. Nel caso di atezolizumab, la PCI inizia con la valutazione mediante immunoistochimica di PD-L1 (Programmed Death Ligand-1) basato sull'anticorpo SP142 sviluppato da Roche Tissue Diagnostics.

L'obiettivo dell’utilizzo di PD-L1 come biomarcatore è quello di individuare i pazienti che più di altri possono trarre benefici clinici da atezolizumab in monoterapia rispetto a quelli che possono beneficiare maggiormente di terapie di combinazione; l’obiettivo è quello di fornire informazioni aggiuntive sulle strategie di trattamento in modo  da offrire al maggior numero di pazienti terapie che offrano un beneficio significativo. La possibilità di combinare atezolizumab con diverse chemioterapie può, inoltre, offrire nuove opzioni terapeutiche a pazienti affetti da diverse tipologie di tumori, indipendentemente dal loro livello di espressione di PD-L1.

Gruppo Roche

Roche è un gruppo internazionale pioniere nella farmaceutica e nella diagnostica ed è la più grande azienda biotech al mondo con un portafoglio estremamente diversificato in oncologia, immunologia, malattie infettive e sistema nervoso centrale.

Roche è inoltre leader mondiale nella diagnostica in vitro, nella diagnostica oncologica sui tessuti ed è all’avanguardia nella gestione del diabete. L’unione degli elementi di forza della farmaceutica e della diagnostica all’interno della stessa organizzazione ha portato Roche a essere leader nella medicina personalizzata, una strategia che mira a fornire il trattamento più appropriato per lo specifico paziente nel miglior modo possibile.

Fondata nel 1896, Roche continua a ricercare le migliori soluzioni per prevenire, diagnosticare e trattare le malattie e dare un contributo sostenibile alla società. Ventinove farmaci sviluppati da Roche compaiono negli elenchi dei medicinali essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità tra cui farmaci oncologici, antimalarici e antibiotici salvavita. Roche, per sette anni consecutivi, è stato riconosciuto Gruppo Leader per la sostenibilità nel settore Farmaceutici, Biotecnologie & Scienze della Vita secondo gli Indici di Sostenibilità Dow Jones.

Il Gruppo Roche ha sede centrale a Basilea, in Svizzera, ed è attivo in oltre 100 Paesi. Nel 2016 il Gruppo Roche contava oltre 94.000 dipendenti nel mondo; ha investito 9,9 miliardi di franchi svizzeri in R&S e ha registrato un fatturato pari a 50,6 miliardi di franchi svizzeri. Genentech, negli Stati Uniti, è una società interamente controllata del Gruppo Roche. Roche è l’azionista di maggioranza della giapponese Chugai Pharmaceutical.
 

Per maggiori informazioni

Comunicazione Roche:

Werner Suzzi – email: [email protected] – Mob: 348.8818258

Web:

  • www.roche.com/media/media_backgrounder/media_oncology.htm
  • www.infomedics.it
  • http://www.roche.com/research_and_development/what_we_are_working_on/oncology/cancer-immunotherapy.htm