Media Release
Rotkreuz/Svizzera, 29.11.2011
Un nuovo studio correla il rapporto sFlt-1/PIGF con la gravità della patologia nei casi di PE/HELLP
Le pazienti con un elevato valore del rapporto tra sFlt-1 e PIGF mostrano un incremento significativo del rischio di parto imminente prematuro.
Un nuovo studio appena pubblicato sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology(1) mostra il valore clinico del rapporto tra i fattori angiogenici soluble fms-like tyrosine kinase-1 (sFlt-1)e il fattore umano di crescita placentare (PIGF): è la prima prova pubblicata che un elevato valore del rapporto sFlt-1/PIGF ha una rilevanza potenziale come marker prognostico per le pazienti con diagnosi di preeclampsia (PE) o sindrome HELLP. Nel caso di donne che hanno già ricevuto diagnosi di preeclampsia e a rischio di parto prematuro, i marker potrebbero supportare i professionisti della Sanità contribuendo a stratificare meglio il rischio della singola paziente, consentendone una più rapida ed efficace gestione clinica.
Il gruppo internazionale di ricercatori europei(1) che ha condotto lo studio mostra che un determinato valore soglia del rapporto sFlt-1/PlGF, misurato con i test completamente automatizzati disponibili sulla piattaforma di immunochimica Elecsys, è risultato essere associato ad un incremento del rischio di parto imminente pari a 3.5 volte nelle pazienti con PE dopo la 34a settimana di gestazione: un follow-up effettuato su 95 pazienti appartenenti a questo gruppo ha mostrato una netta correlazione tra l’elevato valore del rapporto sFlt-1/PIGF e il rischio di parto imminente entro i successivi 7 giorni. Nel 16.7% di queste pazienti con valore del rapporto sFlt‑1/PIGF superiore al terzo quartile la gravidanza proseguiva ancora dopo 48 ore ma per nessuna di queste pazienti, dopo sette giorni, era stato possibile portare a termine la gestazione.
Lo studio dimostra inoltre che il rapporto sFlt-1/PIGF può contribuire ad effettuare diagnosi differenziale tra PE e altri disordini ipertensivi della gravidanza. Le donne affette da PE o sindrome HELLP hanno mostrato valori del rapporto sFlt-1/PIGF significativamente più alti rispetto a quelli riscontrati in donne affette da ipertensione gestazionale, ipertensione cronica o non affette da disordini ipertensivi (all p<0.001).
Il team di ricercatori ha impiegato per lo studio il dosaggio del rapporto sFlt‑1/PIGF sul sistema di immunochimica completamente automatizzato cobas® di Roche , che consente una vera misura della gravità della patologia, evidenziando l’elevata sensibilità e specificità del prodotto Roche. La diagnosi PE/HELLP e la valutazione della gravità della patologia, nonché il rischio a questa associato, basati sulla modalità diagnostica convenzionale (presenza di proteinuria e ipertensione) possono risultare difficili poiché non sono sempre correlate con una patologia sottostante.
La preeclampsia e l’eclampsia possono verificarsi con un’incidenza pari fino all’8% delle gravidanze e rimangono la principale causa di morbilità e mortalità materna e fetale(2). Il rapporto ufficiale più recente dell’UK Centre for Maternal and Child Enquiries (CMACE 2011) ha classificato la PE come la seconda causa diretta più comune di morte della madre, e responsabile di circa il 18% delle morti materne registrate tra il 2006-2008(3). Un test sierologico in grado di predire direttamente la necessità immediata di indurre il parto, consentendo una cura perinatale mirata, potrebbe tradursi in benefici clinici enormi, se si considera che il parto è attualmente l’unica cura per la PE.
Fonti
(1) Verlohren S, Herraiz I, Lapaire O, et al. The sFlt-1/PlGF ratio in different types of hypertensive pregnancy disorders and its prognostic potential in preeclamptic patients. Am J Obstet Gynecol 2011;205:1.e1-1.e8.
(2) Duley L. The global impact of pre-eclampsia and eclampsia. Semin Perinatol. 2009 Jun;33(3):130-7.
(3) UK Centre for Maternal and Child Enquiries (CMACE). Saving Mothers’ Lives: reviewing maternal deaths to make motherhood safer: 2006–08. The Eighth Report on Confidential Enquiries into Maternal Deaths in the United Kingdom. BJOG 2011;118(Suppl. 1):1–203. http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1471-0528.2010.02847.x/pdf accessed 19 September 2011.
Il Gruppo Roche
Con sede centrale a Basilea, Svizzera, Roche è leader nell’area salute in cui opera nei settori farmaceutico e diagnostico con un forte orientamento alla ricerca. Roche è la più grande azienda di biotecnologie al mondo, con farmaci innovativi nelle aree oncologia, virologia, malattie infiammatorie, metabolismo e sistema nervoso centrale. E’ leader mondiale nella diagnostica in vitro, nella diagnostica istologica del cancro ed è all’avanguardia nella gestione del diabete. Fornire farmaci e strumenti diagnostici che permettano miglioramenti tangibili della salute, della qualità di vita e della sopravvivenza dei pazienti è la strategia di Roche nella Medicina Personalizzata.
Roche conta oltre 80.000 dipendenti nel mondo e nel 2010 ha investito oltre 9 miliardi di franchi svizzeri in ricerca e sviluppo registrando un fatturato di 47.5 miliardi di franchi svizzeri.
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