I vincitori e i progetti dell’edizione 2020 del bando


Da 125 anni le attività di Ricerca e Sviluppo rappresentano per Roche un imperativo strategico, che si è tradotto in soluzioni concrete in grado di cambiare il corso naturale di diverse patologie gravi per le quali non esisteva una cura. È ormai evidente che per assicurare gli standard qualitativi ed etici richiesti nell’ambito della ricerca, il valore aggiunto sia rappresentato da figure professionali nuove, essenziali non solo per garantire la qualità dei dati raccolti ma soprattutto per il coordinamento degli studi clinici, delle procedure e di tutto il personale coinvolto nella sperimentazione.
A supporto della formazione continua di tali figure, Roche ha lanciato nel 2020 il Bando “Roche per la ricerca clinica - A supporto delle figure di data manager e infermieri di ricerca”. Qui di seguito i vincitori e con i relativi progetti per le aree oncologia, ematologia oncologica, malattie respiratore, reumatologia, neuroscienze e coagulopatie ereditarie.
Ecco i progetti vincitori:

  • Per le malattie respiratorie ad aggiudicarsi il premio è la L’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina di Trieste con il coordinamento del progetto di Marco Confalonieri, professore di Malattie dell’Apparato respiratorio e direttore della Scuola di specializzazione dell’Università degli studi di Trieste. Il finanziamento va allo studio MEDEAS che mette a confronto due tipi di schemi cortisonici nelle polmoniti gravi da COVID, organizzato dalla Pneumologia di Cattinara con la partecipazione di 51 ospedali italiani.
  • Per l’ematologia oncologica il vincitore è l’ASST Spedali Civili di Brescia, con un progetto guidato dalla dottoressa Alessandra Tucci, medico Ematologo presso il Reparto di Ematologia. Lo studio Renoir è rivolto a pazienti affetti da linfoma follicolare. Tale studio potrà coinvolgere quei pazienti con malattia resistente a precedenti linee di terapia e che, per età o condizioni cliniche di fragilità, non sono candidabili ad una procedura trapiantologica. Si propone di valutare se una terapia di mantenimento potenziata dall’aggiunta di un farmaco immunomodulante, al mantenimento standard con anticorpo monoclonale anti CD20, possa aumentare la durata della remissione della malattia.
  • Per la classifica generale (oncologia) viene premiata l’ASST di Monza con il coordinamento del progetto da parte di Fabrizio Romano, professore associato in Chirurgia Generale dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca, con funzioni assistenziali presso la S.C. Chirurgia Generale e di Urgenza I dell’ASST Monza, responsabile della Chirurgia gastroenterologica presso l’Ospedale San Gerardo di Monza. Il progetto HERCOLES (hepatocellular carcinoma recurrence on the liver study) nasce nel 2018, con l’ambizione di unificare i dati dei pazienti affetti da epatocarcinoma (HCC) e trattati chirurgicamente in tutta Italia.
  • Per la classifica generale (oncologia) viene premiata l’IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna. Il progetto, guidato da Claudio Zamagni, direttore dell’Oncologia medica senologica e ginecologica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola dal 2009, è uno studio prospettico randomizzato sul follow-up per le donne operate per cancro della mammella.
  • Sempre in riferimento alla classifica generale (oncologia) viene premiato l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano con il dottor Massimo Lazzeri attivo nel campo della ricerca clinica traslazionale in campo urologico come coordinatore del progetto. L’obiettivo dello studio è l’identificazione di uomini a rischio, ovvero soggetti sani portatori di mutazioni DRG, che possono sviluppare tumori più aggressivi e ad un’età inferiore rispetto alla media della popolazione.
  • Nell’area oncologica un premio va all’Università degli studi di Torino con la prof.ssa Silvia Novello, docente di oncologia medica presso il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Oncologia Toracica all’AOU “San Luigi Gonzaga” di Orbassano e Presidente di WALCE a guidare il progetto. Il progetto guarda alla biopsia liquida in chiave diagnostica, come complementare e, a volte, alternativa alla valutazione su tessuto per quei pazienti in cui il tessuto non sia adeguato qualitativamente o quantitativamente, ma anche per ridurre l’invasività delle tecniche.
  • Nelle Neuroscienze il premio va all’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena che vede a capo del progetto la prof.ssa Mandrioli, esperta delle malattie del motoneurone, tra cui epidemiologia, genetica, biomarcatori, misure di outcome e trials clinici, creatrice della Neurobiobanca di Modena, nell’ambito della quale svolge attività organizzativa e scientifica. Con questo progetto verrà valutato la composizione del microbiota e le caratteristiche del sistema immunitario nei pazienti con SLA.
  • Il vincitore in Reumatologia è l’AOU Policlinico "G. Rodolico-San Marco" di Catania con un progetto che confronta le strategie terapeutiche nell'artrite infantile. Il centro, guidato dal direttore generale Gaetano Sirna, intende affrontare la tematica della scelta terapeutica dell’AIG (artrite idiopatica giovanile), per raggiungere uno stato di malattia inattiva nel più breve tempo possibile.
  • Un altro vincitore nella classifica generale (oncologia) è l’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale a Udine. Coordinatore del progetto è il dottor Mauro Mansutti che lavora presso l'Oncologia del Santa Maria della Misericordia dal 1991 ed è responsabile della Struttura semplice DH ed ambulatori nel Dipartimento di Oncologia dell'Academic Hospital di Udine. Il progetto è legato alla conduzione di uno studio clinico di fase III che valuta l’efficacia di un trattamento con terapia a bersaglio molecolare, chemioterapia e immunoterapia per il tumore della mammella ad alto rischio (HER-2 positivo).
  • Per l’area coagulopatie ereditarie il premio va all’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma per un progetto in cui verranno confrontate le analisi cliniche, di laboratorio e gli esiti dell’ecografia in modo da valutare l’efficacia della profilassi nel tempo ed eventualmente modulare l’intervento terapeutico a seconda delle necessità dei pazienti. Il tutto è coordinato Gianna Franca Rivolta che lavora presso il Centro di Riferimento Regionale per la cura dell’Emofilia e delle Malattie Emorragiche Congenite dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, diretto dalla dottoressa Annarita Tagliaferri

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