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Infermieri di Ricerca e Data Manager: l’importanza della ricerca indipendente in Italia

Infermieri di ricerca e Data Manager: l'importanza della ricerca indipendente in Italia

 

La pandemia ha reso ancora più evidente l’importanza della collaborazione tra il settore pubblico e quello privato come valore per il Sistema Salute. Anna Maria Porrini, Medical Affairs & Clinical Operations Director di Roche Italia, spiega qual è il ruolo del settore privato a sostegno della ricerca pubblica e quali sono i benefici che ne conseguono per i cittadini:

Una sana collaborazione tra il settore pubblico e quello privato consente di accelerare l’accesso a nuove cure e di sviluppare nuove tecnologie a supporto della salute. Questa collaborazione non si limita unicamente all’erogazione di finanziamenti, ma è uno scambio reciproco di conoscenze basato su obiettivi comuni che, nello specifico ambito della ricerca, sono legati alla salute degli individui dell’intera comunità.”

Ma cosa significa fare ricerca indipendente oggi in Italia? Ecco le parole di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE:


Tutti i tipi di ricerca biomedica possono essere sostenuti dall’industria, dalle Istituzioni e da organizzazioni no-profit. La ricerca indipendente, nello specifico, consente a ricercatori e istituzioni di condurre progetti di ricerca sulle aree ritenute rilevanti senza alcun condizionamento da parte di un eventuale Ente finanziatore, di qualunque natura esso sia.”

Per Celeste Cagnazzo, Senior Clinical Research Coordinator all’Ospedale Infantile Regina Margherita:

La ricerca indipendente è indirizzata a migliorare la qualità della vita dei pazienti e ha il grande merito di indagare quei campi che rischiano di restare ai margini della ricerca come, ad esempio, le patologie rare.”



In Italia la ricerca indipendente si finanzia attraverso programmi del Ministero della Salute, dell’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA), del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca (MIUR), nonché attraverso il sostegno di organizzazioni no-profit, Fondazioni ed Enti privati.
La ricerca indipendente in Italia può contare anche sul supporto di Roche, come specifica Anna Maria Porrini:

Come Roche, da sempre ci occupiamo di ricerca di tipo sponsorizzato e finanziamo anche quella indipendente. Roche, da 125 anni leader nel campo delle biotecnologie, investe in ricerca mediamente il 20% del proprio fatturato annuo: la ricerca è una risorsa preziosa tanto per pazienti, ricercatori, clinici, quanto fondamentale per i Paesi in cui viene condotta.”



Per trasformare un’idea innovativa di cura in un progetto di ricerca clinica strutturato occorre affiancare al lavoro dei medici infrastrutture solide e figure professionali qualificate come, ad esempio, Infermieri di ricerca e Data Manager (Coordinatori di Ricerca Clinica).



Oggi più che mai è indispensabile supportare l’operato di Data Manager e Infermieri di Ricerca che ricoprono un ruolo fondamentale per l’innovazione del Sistema Salute e quindi per la sua sostenibilità. La maggiore attenzione nei confronti di queste figure professionali offre infatti la possibilità di migliorare la gestione degli studi clinici, rendendo così il nostro Paese sempre più competitivo nel campo della ricerca” - afferma Nino Cartabellotta.


Proprio in quest’ottica Roche ha deciso di scendere in campo per sostenere i Centri italiani che fanno ricerca promuovendo la terza edizione del Bando dedicato a Data Manager e Infermieri di Ricerca.



Il Bando si chiuderà il prossimo 20 maggio 2022 e premierà 10 Enti candidati a cui sarà destinato un finanziamento di 30.000 euro ciascuno per identificare altrettante figure di Data Manager e/o Infermieri di Ricerca, ciascuna per un incarico della durata di 12 mesi. Le candidature saranno valutate e selezionate dalla Fondazione GIMBE, organizzazione no-profit indipendente. Le aree terapeutiche interessate sono: oncologia, ematologia oncologica, oftalmologia, neuroscienze e coagulopatie ereditarie.


Essere leader in ricerca clinica non è soltanto un privilegio, ma porta con sé la forte responsabilità di collaborare con il Sistema Salute per far sì che la ricerca sia un grande motore di innovazione e di rilancio del nostro Paese.” conclude Anna Maria Porrini.


Torna all'Homepage del Bando

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