Volevo sentirmi utile nella fase di lockdown. A ispirarmi è stata la dedizione con cui le persone della Croce Rossa e della Protezione civile supportano chi è in difficoltà.
Maria Laura, in Roche dal 2011, spiega così le ragioni che l’hanno portata ad aderire al progetto di volontariato di competenza previsto dall’operazione “Roche si fa in 4” . A farle compagnia nella decisione di mettere il proprio tempo a disposizione della collettività in un momento tanto delicato per il nostro Paese, ci sono tutti gli altri professionisti di Roche Italia - 250 in tutto - che da aprile lavorano come operatori volontari di primo livello al Call Center del Ministero della Salute e della Protezione Civile.
Ogni giorno Maria Laura e i suoi colleghi mettono il loro tempo e la loro professionalità a disposizione di tutte le persone che chiamano il numero 1500 per ricevere assistenza o richiedere informazioni.
‹‹Parte del mio compito è rivedere e studiare tutte le FAQ e le disposizioni che ci vengono inviate dal Ministero della Salute, dal Governo e dalle Regioni››.
Tra le tante chiamate ricevute, Maria Laura ricorda in particolare due aneddoti che per motivi diversi l’hanno colpita: ‹‹Il primo, più divertente, riguarda un signore che che telefonato dicendo di aver chiamato la NASA per discutere delle sue teorie sul Coronavirus. Il secondo, che mi ha riempito di molta tristezza e tenerezza, riguarda una coppia venuta a Roma in cerca di lavoro: avevano anche preso una casa in affitto e, scattato il lockdown, si sono trovati bloccati e senza più soldi né per fare la spesa né per pagare l’affitto. Volevano capire come fare per tornare in Calabria dove si sarebbero messi a coltivare un pezzo di terra di loro proprietà. Ecco queste sono telefonate ed esperienze che mi hanno devastato dal punto di vista emotivo e psicologico››.
Sulla sofferenza e la tristezza per la tragicità della situazione a prevalere sono stati però la soddisfazione di dare un contributo concreto nella lotta all’emergenza sanitaria e l’orgoglio di appartenere a un gruppo coeso come quello di Roche Italia. Per questo Maria Laura, quando questa esperienza sarà terminata, vorrebbe scendere nuovamente in campo. In futuro, infatti, a lei e suo figlio più grande piacerebbe avviare l’iter per diventare volontari della Croce Rossa. E d’altra parte, tutti in famiglia hanno molto apprezzato l’impegno della mamma.
‹‹I miei familiari mi hanno sostenuto e hanno appoggiato la mia scelta. Il mio piccolo mi ha detto di essere molto orgoglioso di me››.
Grazie all’impegno di Maria Laura e dei suoi colleghi, Roche Italia può dare il suo contributo per combattere l’emergenza COVID-19 aiutando a fronteggiare le problematiche sanitarie, ma anche generando valore e diffondendo senso civico.