Qualche giorno prima di aderire all'iniziativa ero andata a donare il sangue (purtroppo anche le donazioni erano calate per paura di infettarsi), ma sentivo il desiderio di voler fare di più. La mail con questa iniziativa è quindi capitata proprio in un momento propizio.
Roberta si è unita da poco alla famiglia di Roche. Lavora come Medical Science Liaison Associate dal 3 febbraio 2020: giusto il tempo di conoscere il personale di sede al momento dell’induction e, poco dopo, è iniziato il lockdown. Questo, però, non le ha impedito di approfondire la conoscenza con i suoi nuovi colleghi e di sentirsi parte del gruppo. Merito, soprattutto, della scelta che l’ha portata ad aderire al progetto di volontariato di competenza previsto dall’operazione “Roche si fa in 4” .
‹‹É davvero molto poco che sono entrata ma questo breve lasso di tempo mi ha permesso di conoscere quanto sia bella la realtà Roche. Questa attività di volontariato ha davvero dato la spinta! Noi volontari di Roche DIA abbiamo un gruppo whatsapp per confrontarci e anche alleggerire la tensione di chiamate "importanti" come casi positivi e in difficoltà››.
Roberta fa parte dei 250 professionisti di Roche Italia che hanno deciso di mettere il loro tempo a disposizione della collettività, lavorando come operatori volontari al Call Center del Ministero della Salute e della Protezione Civile. Ogni giorno partecipa a un turno di 4 ore, che può essere di mattina dalle 9 alle 13 oppure di pomeriggio dalle 13 alle 17. Risponde al numero 1500 come call center di primo livello, dando per lo più informazioni sui decreti e supporto nel reperire informazioni utili come i numeri di ASL, Croce Rossa, Supporto psicologico etc... Quando chiamano casi più "seri", come persone che presentano sintomi da Covid-19, lei e i suoi colleghi di Roche Italia passano la telefonata agli operatori di secondo livello.
250 dipendenti, 22.500 ore di lavoro: scopri di più sul progetto di Roche Italia
Roberta racconta di come gli amici e la sua famiglia l’abbiano supportata nel corso della sua esperienza: ‹‹Pensano tutti che sia una bella iniziativa e che sia anche un dovere morale farlo. Ascoltano i miei racconti su come è andato il turno. Mio marito mi supporta anche a livello pratico, mi aiuta nelle faccende domestiche quando sono impegnata al pc››.
Tra tutti i momenti emozionanti vissuti in queste settimane, ce n’è uno che Roberta racconta con particolare commozione: ‹‹La signora Marcella, signora anziana residente a Roma ma di origine Toscana, aveva chiamato il 1500 ma la linea era caduta mentre l’operatore le stava dando i numeri per il supporto psicologico. Le ho fornito tutti i numeri a mia disposizione ma ho compreso che aveva bisogno di parlare per cui abbiamo iniziamo a chiacchierare spontaneamente, mi ha raccontato di sé, del perchè si sentiva sola. Ascoltarla parola dopo parola è stato un piacere, una mente vigile e forte. Mi ha detto che lei è una pittrice e che questa attività la aiuta a rilassarsi, ma di aver finito i colori. Al mio suggerimento di ordinarli su internet ha replicato che un vero pittore deve andare in negozio vedere il colore. Quasi sul finire della chiamata, durata ben 25 minuti che però sono volati, mi ha ringraziato dicendo che avrebbe chiamato quei numeri ma non subito perchè avevo già fatto tanto nell'ascoltarla.
‹‹Mi ha detto che sono un angelo di cui sente solo la voce. Mi sono emozionata così tanto che mi sono venuti gli occhi lucidi. Ti rendi conto come a volte dei gesti semplici hanno la forza di cambiare la giornata alle persone››.
Grazie all’impegno di Ilaria e dei suoi colleghi, Roche Italia può dare il suo contributo per combattere l’emergenza COVID-19 aiutando a fronteggiare le problematiche sanitarie, ma anche generando valore e diffondendo senso civico.