Il diabete è una malattia cronica che colpisce quasi 4,5 milioni di italiani ed è caratterizzata dall'aumento dei valori della glicemia, il parametro che indica i livelli di glucosio nel sangue. La causa è la mancanza, quantità ridotta o ridotta efficacia dell'insulina, un ormone prodotto dal pancreas che serve a far entrare il glucosio nelle cellule per essere utilizzato come fonte di energia come fonte di energia. In altre parole, se manca insulina oppure quella prodotta non funziona a dovere, i livelli di zuccheri nel sangue aumentano (iperglicemia) fino ad arrivare ad una soglia critica. Questa condizione, se trascurata, può comportare effetti anche gravi sia a breve che alungo termine andando ad interessare diversi organi quali occhio, cuore e nervi.
Il diabete non è contagioso, quindi vivere con un diabetico non comporta alcun rischio personale. E, a parte rari casi, non è neppure una malattia ereditaria in senso stretto, ossia la trasmissione da una generazione a quella successiva non è automatica né scontata, anche se esistono delle predisposizioni genetiche che rendono un individuo più suscettibile di altri. La familiarità, metterei" è prevalentemente legata al diabete tipo 2, in cui lo stile di vita è un importante fattore di rischio: per chi ha un parente stretto (genitori o fratelli) diabetico il rischio di ammalarsi è superiore rispetto a quello di chi non ha familiari affetti.
Referenza
Malgrado sia comune parlare in generale di diabete, quasi a lasciar intendere che si tratti di un'unica malattia, in realtà esistono diverse tipologie di diabete. Le più note e diffuse sono il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2.
Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune e si verifica quando è lo stesso organismo, attraverso il sistema immunitario, ad attaccare e distruggere le cellule del pancreas responsabili della produzione di insulina (cellule β). I motivi per cui ciò accade non sono ancora stati completamente chiariti, ma si pensa che ci siano diverse concause, come la predisposizione genetica e la reazione spropositata a un'infezione virale, che può essere la causa scatenante del diabete. Il diabete di tipo 1 è anche noto come diabete giovanile perché si manifesta prevalentemente in età pediatrica. Questa forma rappresenta circa il 5% dei casi di diabete in Italia ed è irreversibile, in quanto legato alla completa mancanza di insulina che, quindi dovrà essere assunta per tutta la vita.
Il diabete di tipo 2, invece, rappresenta circa il 90% dei casi di diabete in Italia ed è dunque la forma più comune. E’ caratterizzato dalla ridotta produzione o ridotta efficacia dell'insulina. Le cause possono essere molte, legate ad una concomitanza di fattori genetici, ambientali o legati alla sempre più ampia diffusione di stili di vita scorretti. L’obesità, la sedentarietà e il consumo di grassi saturi sono fattori di elevato rischio per l’insorgenza del diabete di tipo 2. A differenza del diabete di tipo 1, il diabete di tipo 2 non sempre richiede la somministrazione di insulina e insorge prevalentemente dopo i 40 anni, anche se questa soglia si sta notevolmente riducendo.
Un'altra forma abbastanza comune ma generalmente transitoria è il diabete gestazionale. Compare tipicamente nella seconda metà della gravidanza, quando l'insulina della futura mammapotrebbe risultare non sufficiente. Di norma si risolve subito dopo il parto, ma le donne che ne hanno sofferto hanno una maggiore probabilità di sviluppare diabete di tipo 2 nel corso della vita, specialmente se sono presenti altri fattori di rischio.
Il diabete di tipo 1 compare in modo repentino e violento, invece una persona con diabete di tipo 2 spesso non sa di essere diabetica finché non si sottopone a un esame di controllo oppure quando compaiono le prime complicanze. In questi casi, infatti, non dà in genere disturbi, e i classici sintomi (come sete intensa, necessità di urinare spesso con urine abbondanti, stanchezza) potrebbero non essere presenti.
Anche se nella maggior parte dei casi il diabete di per sé non costituisce un rischio imminente per la vita della persona, nel dicembre del 2006 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite lo ha riconosciuto come una minaccia alla salute mondiale, al pari di malattie infettive come l'Aids e la malaria.
Le complicanze del diabete non adeguatamente controllato sono diverse tra loro: problemi alla retina (il 22% dei diabetici soffre di retinopatia che può portare a cecità), ai reni (il 38% dei diabetici soffre di insufficienza renale che può condurre alla dialisi) e neuropatia diabetica. A queste si aggiungono disturbi dell'apparato circolatorio che possono sfociare in eventi drammatici come infarto e ictus: basti pensare che il 15% dei diabetici soffre di coronaropatie e il 3% ha problemi agli arti inferiori che possono portare all'amputazione (piede diabetico).
Con oltre più di centomila decessi all'anno, il diabete rappresenta dunque un serio problema sanitario. E anche quando ormai è troppo tardi per fare prevenzione, è importante sapere che non tutto è perduto: un corretto stile di vita è alla base della gestione del diabete. Ridurre il peso corporeo laddove in eccesso, adottare uno stile di vita sano e fare attività fisica regolare contribuiscono a diminuire le possibilità di insorgenza delle complicanze. Occorre notare che le terapie farmacologiche, ove necessarie, non sono sostututive di un corretto stile di vita, ma ne traggono maggiore efficacia.