La Commissione Europea approva atezolizumab in monoterapia per il trattamento di prima linea nel carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio metastatico con elevata espressione di PD-L1

  • Lo studio di fase III IMpower110 ha dimostrato come atezolizumab abbia aumentato significativamente la sopravvivenza complessiva nei pazienti con espressione elevata del PD-L1 rispetto alla chemioterapia

  • L’approvazione da parte della Commissione Europea di atezolizumab rappresenta una soluzione terapueutica alternativa alla chemioterapia in questa tipologia di tumore

  • Con questa approvazione, atezolizumab riceve in Europa la quarta indicazione nel carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico e la quinta nel carcinoma polmonare in generale

Monza, 5 maggio 2021 – Roche ha annunciato oggi che la Commissione Europea ha approvato Tecentriq (atezolizumab) per il trattamento di prima linea per pazienti adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC non-small cell lung cancer) metastatico laddove è presente un’elevata espressione di PD-L1*, senza mutazioni attivanti di EGFR (epidermal growth factor receptor) o alterazioni di ALK (anaplastic lymphoma kinase).

“Siamo lieti di poter fornire atezolizumab ai pazienti europei che soffrono di questo specifico tipo di cancro al polmone - ha affermato Levi Garraway, MD, PhD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development presso Roche - È stato dimostrato che atezolizumab in monoterapia aumenta la sopravvivenza complessiva nelle persone con elevata espressione di PD-L1 rispetto alla chemioterapia, e rappresenta inoltre una nuova opzione di trattamento per le persone che convivono con questa malattia difficile da trattare”.

“L’approvazione della Commissione Europea di atezolizumab è una conferma della possibilità di utilizzare un inibitore di PD-L1, in sostituzione della chemioterapia nei pazienti con malattia avanzata che esprimono una positività per la proteina – ha spiegato il professor Filippo de Marinis, Direttore dell’Unità di Oncologia Toracica dello IEO di Milano. - Lo studio IMpower110 ha messo a confronto due gruppi di pazienti: al primo è stata somministrata la terapia tradizionale chemioterapica, il secondo è stato trattato con immunoterapia con agente singolo atezolizumab. Nel gruppo in cui la proteina PD-L1 è risultata iperespressa, cioè superiore al 50%, le curve di sopravvivenza hanno dimostrato in maniera inequivocabile un vantaggio per il gruppo trattato con atezolizumab rispetto a quelli della chemioterapia. Lo studio ha registrato quindi un tasso maggiore di sopravvivenza nei pazienti con un grandissimo risparmio di tossicità legato al non utilizzo della chemioterapia. Il farmaco ha dimostrato di avere un buon profilo di efficacia e tollerabilità e, nel caso in cui al paziente fosse diagnosticato un carcinoma polmonare non a piccole cellule inoperabile per diffusione metastatica con iperpressione, sarebbe il trattamento standard da utilizzare.”

Atezolizumab è ora la prima e unica immunoterapia ad agente singolo contro il cancro al polmone disponibile in tre dosaggi, che consentono la somministrazione ogni due, tre o quattro settimane, mettendo così a disposizione di medici e pazienti una maggiore flessibilità nella gestione del trattamento.

Questa approvazione si basa sui dati dello studio di fase III IMpower110, che ha dimostrato che atezolizumab in monoterapia ha aumentato la sopravvivenza complessiva (OS, overall survival) di 7,1 mesi rispetto alla chemioterapia (OS mediana = 20,2 mesi vs 13,1; hazard ratio [HR] = 0,59, IC 95%: 0,40-0,89; p = 0,0106) nelle persone con espressione elevata di PD-L1 (TC3 o IC3-wild-type [WT]).1 Il profilo di sicurezza di Atezolizumab è risultato coerente con quello già evidenziato da studi precedenti. Gli eventi avversi di grado 3-4 correlati al trattamento si sono verificati nel 12,9% dei pazienti che ricevevano Atezolizumab, rispetto al 44,1% di quelli che ricevevano chemioterapia.2

Atezolizumab ha dimostrato benefici clinicamente significativi in ​​vari tipi di carcinoma polmonare, con cinque indicazioni attualmente approvate in tutto il mondo. In Europa, atezolizumab vanta oggi quattro indicazioni nel carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), come agente singolo o in combinazione con terapie mirate e/o chemioterapie. Atezolizumab in combinazione con carboplatino ed etoposide (chemioterapia) è anche la prima immunoterapia approvata per il trattamento in prima linea di pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC) in stadio esteso.

Roche vanta un ampio programma di sviluppo per atezolizumab, che comprende diversi studi di fase III in diverse tipologie di tumori come quello al polmone, genito-urinario, cutaneo, della mammella, gastrointestinale, ginecologico e testa-collo; tale programma di sviluppo prevede l’utilizzo di atezolizumab in monoterapia e/o in combinazione con altre agenti sia in setting di tumori in stadio avanzato (metastatici) che in fasi precoci (adiuvanti e neo-adiuvanti).

*I livelli di PD-L1 vengono definiti elevati quando l’espressione di tale recettore è ≥50% sulle cellule tumorali (TC) [TC ≥50%] o ≥10% nelle cellule immunitarie [IC ≥10%] infiltranti il microambiente tumorale. La colorazione PD-L1 è il processo mediante il quale la proteina PD-L1 viene visualizzata durante la fase di test

Lo studio clinico IMpower110
IMpower110 è uno studio di fase III, randomizzato, in aperto che valuta l’efficacia e la sicurezza della monoterapia con atezolizumab rispetto a cisplatino o carboplatino e pemetrexed o gemcitabina (chemioterapia) in pazienti con NSCLC non squamoso o squamoso di stadio IV, naïve alla chemioterapia e selezionati in base all’espressione di PD-L1. Lo studio ha arruolato 572 pazienti, di cui 554 nella popolazione WT intention-to-treat, che escludeva i soggetti con alterazioni tumorali genomiche EGFR o ALK, randomizzati 1:1 a ricevere Atezolizumab in monoterapia, fino alla progressione della malattia (o a perdita del beneficio clinico, come valutato dagli sperimentatori), o a tossicità inaccettabile o decesso; oppure: cisplatino o carboplatino (a discrezione degli sperimentatori) in combinazione con pemetrexed (non squamoso) o gemcitabina (squamoso), seguiti da terapia di mantenimento con pemetrexed in monoterapia (non squamoso) o migliore terapia di supporto (squamoso) fino alla progressione della malattia, tossicità inaccettabile o decesso. L’endpoint primario di efficacia era l’OS (overall survival) per il sottogruppo PD-L1 (TC3/​​IC3-WT; TC2,3/IC2,3-WT; e TC1,2,3/IC1,2,3-WT), come determinato dall’ anticorpo SP142. Gli endpoint secondari chiave includevano la sopravvivenza libera da progressione valutata dagli sperimentatori, il tasso di risposta obiettiva e la durata della risposta. In occasione del World Conference on Lung Cancer 2020 (tenutosi a gennaio 2021), è stata presentata un’analisi esplorativa aggiornata della OS nella popolazione con espressione elevata di PD-L1 (TC3 o IC3)-WT che ha confermato che il beneficio in termini di OS associato ad atezolizumab rispetto alla chemioterapia, con un follow-up mediano di 31,3 mesi (HR = 0,76, IC 95%: 0,54-1,09), viene mantenuto nel tempo. La OS mediana nel braccio atezolizumab è stata la stessa osservata nell’analisi precedente (20,2 mesi); nel braccio chemioterapia, l’OS mediana è stata di 14,7 mesi.3 I dati di questa analisi esplorativa della OS sono stati presentati anche alla Commissione Europea.

Il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC)
Il carcinoma polmonare è una delle principali cause di morte per tumore a livello globale.4 Ogni anno 1,8 milioni di persone muoiono a causa di questa malattia; questo si traduce in oltre 4.900 morti al giorno in tutto il mondo.4 Il carcinoma polmonare può essere sostanzialmente suddiviso in due tipi principali: NSCLC e SCLC. Il NSCLC è il tipo più diffuso, poiché rappresenta circa l’85% di tutti i casi.5 Il NSCLC comprende il carcinoma polmonare a cellule non squamose e squamose.

Atezolizumab
Atezolizumab è un anticorpo monoclonale concepito per legarsi a una proteina chiamata Programmed Death Ligand-1 (PD-L1), che si esprime sulle cellule tumorali e sulle cellule immunitarie infiltranti il ​​tumore, bloccandone le interazioni con i recettori di PD-1 e di B7.1. Inibendo il PD-L1, atezolizumab potrebbe abilitare l’attivazione dei linfociti T. Atezolizumab è un’immunoterapia antitumorale che ha il potenziale per essere utilizzata come partner fondamentale di combinazione con altre immunoterapie, con farmaci mirati e con varie chemioterapie in un’ampia gamma di tumori. Il programma di sviluppo clinico di atezolizumab si basa sulla maggiore comprensione di come il sistema immunitario interagisca con i tumori, e di come si possa sfruttare questo meccanismo per combattere il cancro in modo più efficace. Atezolizumab – in monoterapia o in combinazione con terapie mirate e/o chemioterapie – è approvato negli Stati Uniti, nella UE e in diversi Paesi del mondo per varie forme di NSCLC e SCLC, per alcuni tipi di cancro uroteliale metastatico, nel carcinoma mammario triplo negativo metastatico PD-L1-positivo e nel carcinoma epatocellulare. Negli Stati Uniti, atezolizumab è anche approvato in combinazione con Cotellic (cobimetinib) e Zelboraf (vemurafenib) per il trattamento di pazienti con melanoma in stadio avanzato positivo alla mutazione BRAF V600.

Roche nell’immunoterapia contro il cancro
Negli ultimi 50 anni il rigoroso percorso di ricerca di Roche verso una scienza pionieristica e innovativa ha contribuito a importanti progressi terapeutici e diagnostici nel campo dell’oncologia, con la realizzazione del pieno potenziale dell’immunoterapia contro il cancro, che oggi rappresenta una delle principali aree di interesse. Con oltre 20 molecole in fase di sviluppo, Roche sta studiando i potenziali benefici dell’immunoterapia da sola e in combinazione con chemioterapia, delle terapie mirate o di altre immunoterapie, con l’obiettivo di fornire a ogni persona un trattamento su misura, in modo che possano sfruttare il loro sistema immunitario unico per combattere il cancro di cui sono affetti. La nostra esperienza scientifica, unita a una pipeline innovativa e a partnership di ampio respiro, ci rende sicuri e fiduciosi di poter continuare a perseguire la nostra vision, cioè quella di trovare una cura per il cancro assicurando il trattamento giusto per il paziente giusto al momento giusto. Oltre ad atezolizumab – l’inibitore del checkpoint PD-L1 di Roche, già approvato dalle Autorità Sanitarie – l’ampia pipeline di immunoterapie oncologiche di Roche include altri inibitori di checkpoint immunitari, come tiragolumab (una nuova immunoterapia contro il cancro concepita per legarsi a TIGIT), terapie neo-antigeniche individualizzate e anticorpi bi-specifici delle cellule T. Per maggiori informazioni sull’approccio scientifico di Roche all’immunoterapia contro il cancro, consultare questo link:

http://www.roche.com/research_and_development/what_we_are_working_on/oncology/cancer-immunotherapy.htm

Roche
Roche è un pioniere internazionale nel settore farmaceutico e in quello diagnostico, da sempre dedicato al progresso della scienza con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone. L’unione degli elementi di forza della farmaceutica e della diagnostica all’interno della stessa organizzazione ha portato Roche a essere leader nella medicina personalizzata, una strategia che mira a fornire il trattamento più appropriato per lo specifico paziente nel miglior modo possibile. Roche è la più grande azienda biotecnologica del mondo, con un portfolio diversificato di farmaci in oncologia, immunologia, malattie infettive, oftalmologia e malattie del sistema nervoso centrale. Roche è anche leader mondiale nella diagnostica in vitro e nella diagnostica oncologica su tessuti, nonché un precursore nella gestione del diabete. Fondata nel 1896, Roche continua a ricercare le migliori soluzioni atte a prevenire, diagnosticare e trattare le malattie e dare un contributo sostenibile alla società. L’azienda mira inoltre a migliorare l’accesso dei pazienti alle innovazioni mediche, attraverso la collaborazione con tutti gli stakeholder rilevanti. Oltre trenta farmaci sviluppati da Roche sono inclusi negli elenchi dei farmaci essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra cui antibiotici salvavita, antimalarici e farmaci antitumorali. Inoltre, per il dodicesimo anno consecutivo, Roche è stata riconosciuta dai Dow Jones Sustainability Indices (DJSI) come una delle aziende più sostenibili dell’industria farmaceutica.

Con sede a Basilea (Svizzera), il Gruppo Roche è attivo in oltre 100 Paesi e nel 2020 impiegava oltre 100.000 persone in tutto il mondo. Nel 2020 Roche ha investito CHF 12,2 miliardi in ricerca e sviluppo, registrando vendite per CHF 58,3 miliardi. La statunitense Genentech è membro a pieno titolo del Gruppo Roche. Roche è l’azionista di maggioranza della nipponica Chugai Pharmaceutical. Per ulteriori informazioni, visitare www.roche.com.

Tutti i marchi utilizzati o menzionati in questo comunicato sono protetti dalla legge.

Riferimenti
[1] Herbst RS, et al. Atezolizumab for first-line treatment of PD-L1-selected patients with NSCLC. N Engl J Med 2020:383:1328–39.
[2] Supplement to: Herbst RS, et al. Atezolizumab for first-line treatment of PD-L1-selected patients with NSCLC. N Engl J Med 2020;383:1328–39.
[3] Herbst RS, et al. IMpower110: updated OS analysis of atezolizumab vs platinum-based chemotherapy as first-line treatment in PD-L1-selected NSCLC [WCLC 2020 Poster FP13.03].
[4] World Health Organization: GLOBOCAN 2020 – Lung Cancer: Estimated cancer incidence, mortality and prevalence worldwide. [Internet; citato marzo 2021] Disponibile all’indirizzo: https://gco.iarc.fr/today/data/factsheets/cancers/15-Lung-fact-sheet.pdf.
[5] American Cancer Society: What Is Lung Cancer? [Internet; citato marzo 2021]: Disponibile all’indirizzo: https://www.cancer.org/cancer/lung-cancer/about/what-is.html.

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Oncology Communications Manager Roche S.p.A
Sara Bernabovi, [email protected], + 39 342.7579993

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