Roche S.p.A. chiude il 2019 con un giro d’affari in aumento del 3,9% rispetto al 2018
Confermata la leadership in onco-ematologia, nonostante la concorrenza del settore
Nell’ultimo anno, Roche S.p.A. ha investito in Italia 45 milioni di euro per la ricerca clinica
Roche S.p.A. ai primi posti in Europa nei trial clinici per numero di pazienti coinvolti e studi in corso: solo nel 2019 collaborazioni con oltre 190 centri di ricerca, 214 studi clinici effettuati con benefici per 12.000 pazienti
Restituiti al Sistema Salute nel 2019 oltre 30 milioni di euro per meccanismi di payment by results e 46 milioni di euro a saldo del payback ospedaliero relativo al 2017
Monza, 30 gennaio 2019 – Roche S.p.A. chiude il 2019 con un fatturato complessivo di 901 milioni di euro. Un risultato brillante per l’affiliata italiana che chiude l’anno con una crescita del +3,9% rispetto al 2018, nonostante la competizione dei biosimilari entrati da un paio d’anni sia sul mercato dell’ematologia, sia dell’oncologia.
A trainare la crescita tutte le aree ad alto tasso di innovazione, a partire da l’onco-ematologia dove Roche si conferma leader di mercato, passando dall’ottima performance derivata da quattro importanti prodotti ad alto grado di innovazione lanciati nel 2018: Ocrevus® che ha segnato l’importante ritorno di Roche nell’area delle neuroscienze con il primo farmaco indicato anche per la sclerosi multipla primariamente progressiva, Tecentriq® ed Alecensa® pensati per combattere alcune forme di tumore del polmone, Hemlibra® protagonista di uno storico passo avanti per la comunità dell’emofilia, Gazyvaro® che rappresenta una grande novità per i pazienti con linfoma follicolare, fino ad arrivare a una ricca e promettente pipeline di prodotti in grado di rispondere anche ai continui cambiamenti richiesti dal sistema.
"Siamo molto soddisfatti di aver chiuso il 2019 registrando nuovamente una crescita – dichiara Maurizio de Cicco, Presidente e Amministratore Delegato di Roche S.p.A. – la nostra risposta, a un mercato concorrenziale in continuo cambiamento, è stata l’impegno costante nella ricerca di soluzioni innovative sia in termini di prodotto, sia in termini aziendali. A questo proposito, ad esempio, abbiamo presentato nel 2019 “La Roche che vorrei”, un nuovo modello operativo volto a garantire etica e trasparenza nella collaborazione con ospedali, clinici e associazioni pazienti, ancora fonte di diffuso pregiudizio e poca fiducia nel settore farmaceutico. Inoltre, abbiamo continuato il processo di sviluppo della nostra pipeline sempre più variegata in termini di indicazioni, prodotti e nuove molecole per patologie in cui Roche punta a fare la differenza, impegnandosi anche in aree ad alto rischio come le neuroscienze e le malattie rare, dove a breve avremo novità in ambito emofilia”.
La ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche mirate a migliorare e soddisfare le aspettative di salute dei pazienti e di chi se ne prende cura è un impegno costante per Roche. Lo conferma la quota di investimenti in ricerca clinica che sale a 45 milioni, rispetto ai 40 milioni investiti negli ultimi anni. Solo nel 2019, grazie alla collaborazione con oltre 190 centri di ricerca di eccellenza, Roche S.p.A. ha registrato 214 studi clinici, di cui hanno beneficiato 12.000 pazienti che hanno intrapreso un percorso di cure all’avanguardia senza alcun costo a carico delle famiglie o del Servizio Sanitario Nazionale. Tra le aree di maggior impegno si confermano l’oncologia, con ben 148 studi attivi, e le neuroscienze, con il coinvolgimento di quasi 1.000 pazienti e lo sviluppo di 23 studi clinici su 6 farmaci. Le malattie del sistema nervoso centrale – come l’Alzheimer, la SMA (Atrofia Muscolare Spinale) o l’Autismo – possono colpire le persone in ogni fase della vita e interferire in modo sostanziale con la loro capacità di condurre una vita soddisfacente e indipendente, causando grande stress al singolo ma anche alla famiglia che se ne prende cura, con un impatto importante sulla società in generale. Questi studi hanno l’obiettivo di intervenire precocemente su gravi disturbi neurologici con terapie personalizzate.
Sul fronte della sostenibilità del Sistema Salute, area in cui da oltre un decennio Roche è precursore, l’azienda ha confermato la propria attenzione alle risorse pubbliche, continuando a realizzare progettualità, sia a livello regionale, sia nazionale, volta a evitare gli sprechi e per l’ottimizzazione delle risorse stesse. Roche ha implementato un modello per la misurazione dell’impatto economico delle sperimentazioni cliniche, che evidenzia come evitare i costi per le procedure diagnostiche, dispositivi medici e farmaci. Si stima che grazie all’impegno in ricerca clinica, Roche contribuisca ogni anno a far risparmiare al Servizio Sanitario Nazionale circa 180 milioni di euro. L’attenzione, l’impegno e la collaborazione verso la sostenibilità del Sistema Sanitario è dimostrata anche dall’erogazione nel 2019 di oltre 30 milioni di euro attraverso meccanismi di rimborso condizionato e di oltre 46 milioni di euro a saldo del payback ospedaliero relativo al 2017.
“Anche nel 2019 siamo stati la società che ha contribuito maggiormente al payback ospedaliero – continua Maurizio de Cicco – Un sistema ancora con molte lacune, come i limiti fissati al tetto della spesa farmaceutica ospedaliera, troppo bassi rispetto alle reali esigenze del Paese. Già nel 2019 abbiamo firmato un contratto con le Regioni che prevedesse la possibilità di rivedere i tetti di spesa e contiamo che anche dalle istituzioni nazionali arrivino segnali positivi. L’emendamento, infatti, è stato inserito nel Mille proroghe con decorrenza dal 2020, elemento che dimostra una chiara volontà di apertura e dialogo su un tema che è al centro dell’intersezione tra salute, competitività e finanza pubblica. Ci aspettiamo però anche un rispetto degli impegni presi relativamente allo sfondamento della spesa ospedaliera del 2019, che rischia di generare un impatto insostenibile per le aziende”.
Nel 2019 Roche Italia ha inoltre avviato una grande rivoluzione per tracciare un nuovo paradigma in termini di etica e trasparenza. Roche ha presentato un nuovo modello operativo studiato per superare il conflitto d’interessi ancora fonte di diffuso pregiudizio nel settore farmaceutico e trasformarlo in una comunione di interessi grazie al progetto La Roche che vorrei. Tre nuove modalità di interazione in grado di garantire una piena trasparenza nei rapporti tra industria, associazioni di pazienti, enti ospedalieri e operatori sanitari.
Sul tema open innovation, il 2019 ha visto la conclusione della prima edizione di Roche HealthBuilders, una call for ideas indirizzata a startup, enti di ricerca pubblici e privati ed esperti di comunicazione digitale (nazionali e internazionali) con l’obiettivo di sviluppare idee progettuali digitali volte alla risoluzione delle principali esigenze, problemi e sfide quotidiane dei pazienti nelle aree dell’Oncologia, Neuroscienze e Malattie Rare.
Quarta edizione invece per il premio letterario #afiancodelcoraggio, che ha già ricevuto numerosi riconoscimenti dalla Presidenza della Repubblica. Dopo aver affrontato tematiche come sclerosi multipla e emofilia, con questa edizione Roche vuole dare voce nuovamente agli uomini che si prendono cura e vivono accanto a donne con una malattia oncologica. Il racconto vincitore sarà rappresentato in uno spot proiettato nelle sale cinematografiche italiane. Un’iniziativa che conferma l’impegno di Roche da oltre 50 anni al fianco dei pazienti oncologici e di chi se ne prende cura.
Il 2020 sarà un altro anno caratterizzato dalla concorrenza dei biosimilari già presenti sul mercato e dall’entrata di nuovi. Nonostante ciò, la risposta di Roche sarà fortemente legata al successo dei farmaci appena lanciati e alle nuove indicazioni che sono attese in campo oncologico e quello delle malattie rare. La priorità per Roche continuerà ad essere la ricerca clinica, dove nonostante un contesto non particolarmente favorevole, la filiale italiana non cesserà di credere ed investire con l’intento di mantenere un ruolo centrale in Europa.
“Il 2019 si è chiuso positivamente e guardiamo al 2020 con fiducia e ottimismo. Sarà un anno in cui presenteremo al mercato importanti novità in ambito oncologico e in emofilia. Crediamo con convinzione che i continui e importanti investimenti in ricerca siano l’unica strada per raggiungere traguardi un tempo inimaginabili. Fino a qualche decennio fa, ad esempio, una terapia su misura sembrava irrealizzabile – conclude de Cicco – In oncologia è arrivato il momento di affrontare la cura dei tumori partendo dalle informazioni che la biologia molecolare ci offre, grazie all’utilizzo di test diagnostici che consentono una sempre più precisa e completa identificazione delle alterazioni genetiche dei tumori, per proporre a ciascun paziente la terapia più mirata. La medicina personalizzata rappresenta una vera e propria rivoluzione che sta riscrivendo i libri di medicina e che per essere più concreta necessita di un cambiamento culturale, di una nuova governance e una collaborazione di tutti gli attori del Sistema Salute, in cui Roche intende fare la sua parte”.
Nel 2019 si conclude anche il secondo anno di attività di Fondazione Roche, presieduta dalla Professoressa Maria Pia Garavaglia ed espressione di tutte e tre le divisioni presenti in Italia (Roche S.p.A., Roche Diagnostics S.p.A. e Roche Diabetes Care Italy S.p.A.). L’impegno della Fondazione è rivolto al sostegno della ricerca indipendente, al dialogo con le Istituzioni con un confronto aperto sul futuro del Servizio Sanitario Nazionale, e al supporto delle associazioni pazienti e delle realtà no-profit del territorio. Ne sono una conferma le numerose iniziative promosse durante l’anno tra cui la nascita della community “In Scienza e Coscienza” per discutere le sfide del Servizio Sanitario Nazionale e la pubblicazione di bandi dedicati al mondo dell’associazionismo nelle malattie rare (emofilia e SMA in primis) e della ricerca indipendente - fiore all’occhiello è indubbiamente il bando “Roche per la Ricerca” per finanziare progetti di giovani ricercatori orientati alla medicina di precisione.
Il 2019 ha visto anche la presentazione del Libro Bianco “Il valore della ricerca clinica indipendente in Italia” realizzato in collaborazione con Fondazione FADOI e con il contributo di SDA Bocconi, uno spunto di riflessione per mettere a punto un programma condiviso sulla collaborazione fra ricerca indipendente e ricerca sostenuta dalle aziende per far sì che il valore dei ricercatori italiani non vada perduto con la fuga dei cervelli e per consentire ad un maggior numero di pazienti di accedere precocemente a trattamenti innovativi.