La misurazione della glicemia è fondamentale nella
Tra queste innovazioni c'è anche il monitoraggio in continuo del glucosio: una tecnologia di grande valore che non ha controindicazioni e migliora la vita dei pazienti sotto vari aspetti. I dispositivi indossabili CGM (sigla per Continuous Glucose Monitoring) permettono infatti di visualizzare in tempo reale l’andamento del glucosio e di aiutare le persone con diabete a gestire le problematiche di ogni giorno, utilizzando al bisogno le diverse funzionalità dei sistemi: il tutto a partire da un sensore smart applicato sulla pelle e da uno smartphone con app dedicata per il controllo e l'archiviazione dei dati.
L'innovazione e l'arrivo sul mercato di nuove soluzioni, come i dispositivi indossabili per il monitoraggio in continuo del glucosio, offre ai medici la possibilità di scegliere la tecnologia più adeguata per le esigenze dei loro pazienti con diabete, che a loro volta possono monitorare la glicemia riducendo il condizionamento della vita di tutti i giorni da parte della malattia.
L’indagine “Indicatori di usabilità dei sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio: il punto di vista delle persone con diabete”, realizzata dalla società di ricerche Personalive in collaborazione con le principali associazioni di pazienti diabetici e con il contributo non condizionante di Roche Diabetes Care Italy, indica quali sono i bisogni degli utilizzatori, per aiutarli a sfruttare al meglio i dispositivi CGM, usufruendo di tutti i vantaggi che mettono a disposizione sia da un punto vista clinico, sia psicologico.
L'indagine ha evidenziato le due caratteristiche ritenute più importanti dei sensori CGM, che sono:
impermeabilità (85%, al primo posto per tutte le aree geografiche);
numero di posizioni del corpo in cui si può indossare (61%, con punte al 67% al Sud Italia, dove si raggiungono temperature più elevate).
Sul medio-lungo periodo, inoltre, i dispositivi indossabili che monitorano i parametri glicemici risultano peraltro molto ben accettati: la ricerca indica come:
il 67% degli intervistati si dichiari sicuro;
il 44% accudito;
il 56% protetto;
più dei tre quarti del campione riporta di non sentirsi per nulla o poco giudicato, ansioso o turbato.
Tutti sentimenti che risultano più comuni tra chi usa il sensore da meno di due anni.
La ricerca lascia emergere un altro dato molto importante: il 63% degli intervistati utilizza cinque o più volte al giorno l’app collegata al sistema CGM per monitorare l’andamento del glucosio. Le funzionalità principali - il valore del glucosio, la freccia di tendenza e la possibilità di condividere i dati di monitoraggio con il medico - sono le più utilizzate. Questo screening più frequente evita molte situazioni di rischio e si può dire che l'uso dei dispositivi che monitorano in continuo il livello di glucosio con un sensore sotto la pelle faccia vivere ai pazienti con diabete giornate migliori rispetto a quelle che garantiscono i metodi tradizionali, che si utilizzano con meno frequenza durante la giornata.
L’OMS stima oltre 530 milioni di adulti con il diabete, con una proiezione sul 2030 che sale a 640 milioni. In Europa la malattia interessa circa 60 milioni di adulti, di cui circa 4 in Italia, mentre si stima che un ulteriore milione di persone sia malato senza avere, però, mai ricevuto una diagnosi. Ogni anno l’International Diabetes Federation lavora per sensibilizzare la popolazione in merito ai rischi della malattia e all’importanza della prevenzione attraverso uno stile di vita sano: movimento, buone abitudini alimentari sin dall’infanzia, niente fumo. Tanto buon senso e un po’ di fortuna, perché talvolta va messa in conto anche la predisposizione genetica.
In Italia le istituzioni sono impegnate da anni per dare supporto ai malati di diabete. Ha quasi quarant’anni la legge n. 115 del 1987, che definisce il diabete una patologia "di alto interesse sociale" e pone fra i suoi obiettivi fondamentali la prevenzione e la diagnosi precoce; una rete di assistenza specializzata; l'educazione sanitaria in merito; la distribuzione gratuita dei presidi diagnostici e terapeutici fondamentali e la tessera personale del diabetico”.
Nel quadro di questa legge vengono anche eseguiti ciclicamente studi a livello ministeriale. Proprio a partire da quest’anno, il Ministero della salute ha lanciato un programma di screening pluriennale per il diabete di tipo 1 (e per la celiachia), con l’obiettivo di identificare i casi clinicamente asintomatici attraverso una diagnosi precoce in età pediatrica e istituire un Osservatorio nazionale sul tema. La continuità dell’indagine è evidentemente una chiave di volta fondamentale per il contrasto di questa patologia, sia a livello di popolazione sia a livello di singola persona, che ottiene dal monitoraggio in continuo del glucosio tutti i benefici evidenziati.
Secondo uno studio pubblicato su
Roche è al fianco della diabetologia da oltre 40 anni e lavora a innovazioni tecnologiche e a servizi altamente specifici per la gestione del diabete, per consentire ai pazienti di vivere la loro vita quotidiana in maniera più consapevole e tranquilla. L’azienda vive come una responsabilità imprescindibile la ricerca di soluzioni e servizi sempre più personalizzati, integrati e sostenibili per supportare le persone con diabete nella gestione quotidiana della patologia: per questo, persegue con convinzione la strada dell’innovazione tecnologica e dell’approccio personalizzato alle cure. E visti i numeri a livello globale i benefici del singolo potranno fare una grande differenza.
Roche Diabetes Care è da sempre impegnata a lavorare a fianco di tutti gli interlocutori del Sistema Salute con lo scopo di agevolare il progresso scientifico e l’innovazione mettendo sempre al centro i bisogni dei pazienti. E sostenendo la promozione di una salute equa, accessibile a tutti, alimentata dalla ricerca.
A Milano, il 23 e 24 febbraio 2024, con un momento di confronto, abbiamo voluto facilitare il dialogo tra gli interlocutori del Sistema Salute rispetto alla pluralità delle soluzioni di monitoraggio oggi disponibili e sull’impatto che queste possono avere sulla personalizzazione della terapia, la prevenzione delle complicanze e la qualità di vita delle persone con diabete.