Opzioni di cura

Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza da parte delle pazienti affette da tumore al seno di quanto sia importante rivolgersi a un centro specializzato che garantisca un approccio multidisciplinare e una presa in carico completa.

Le opzioni di cura per il tumore alla mammella dipendono essenzialmente dallo stadio della malattia e dalla natura del carcinoma mammario, ma anche l’età e lo stato di salute della paziente ovviamente giocano un ruolo importante. Personalizzare i percorsi di diagnosi e cura vuol dire tenere conto di tutti questi elementi e anche della sfera psicologica e dei bisogni personali, familiari e lavorativi delle pazienti.

Ad esempio per le donne in età fertile è importante ricevere tutte le informazioni sulla possibilità di preservare la fertilità e poter accedere tempestivamente, se lo desiderano, al servizio di onco-fertilità, così come per le pazienti più avanti con gli anni è invece importante poter contare anche sul supporto di un geriatra. Non si tratta di un supporto secondario, ma di primaria importanza, soprattutto dopo un eventuale intervento chirurgico o durante la chemioterapia: dall’aspetto nutrizionale a quello psico-oncologico, dalla riabilitazione post-intervento ai corsi di attività fisica e alla consulenza sulla sfera sessuale.

Le opzioni di cura per il tumore al seno si poggiano su tre pilastri: intervento chirurgico, terapia farmacologica e radioterapia. La scelta dipende principalmente dallo stadio della malattia. Per ottenere il miglior risultato terapeutico possono essere combinate differenti strategie (terapia neoadiuvante, cioè la cura farmacologica nella fase iniziale, cui far seguire l’intervento o l’intervento seguito dalla terapia adiuvante o profilattica).


L’operazione chirurgica

Se la neoplasia viene diagnostica in fase iniziale, l’obiettivo della terapia è principalmente curativo e un ruolo fondamentale è rappresentato dall’intervento chirurgico di asportazione del tumore. Il chirurgo asporta il tessuto tumorale e i linfonodi regionali o, se indicato, i linfonodi sentinella per poterli analizzare con una biopsia. Una volta stabilito che non presentano cellule tumorali non si procede con la rimozione di ulteriori linfonodi, evitando la linfoadenectomia ascellare. Alla chirurgia conservativa segue generalmente una radioterapia. L’asportazione completa della mammella (mastectomia) comporta invece la rimozione dell’intera ghiandola mammaria e se necessario anche la cute e il complesso areola-capezzolo. Una procedura che viene utilizzata sempre meno rispetto all’intervento conservativo del seno. Dopo una mastectomia è possibile sottoporsi a un intervento di ricostruzione della mammella dopo un consulto con un chirurgo plastico: questo ulteriore step in sala operatoria non ha ripercussioni sulla possibilità di guarigione.


I percorsi neoadiuvanti e adiuvanti

E’ possibile personalizzare i percorsi di cura delle pazienti con tumore mammario, in particolare quello HER2 positivo, con trattamenti neoadiuvanti e adiuvanti.
Per le pazienti che alla diagnosi hanno un tumore di dimensioni superiori al centimetro e/o coinvolgimento dei linfonodi ascellari, l’effettuazione di una terapia medica prima dell’intervento chirurgico (neoadiuvante) offre un beneficio importante.
Inoltre, in caso di residuo tumorale dopo terapia neoadiuvante e chirurgia, la terapia post-chirurgica può essere diversificata in funzione del rischio di ricaduta. Alcuni studi hanno rilevato che le pazienti trattate con questo nuovo algoritmo terapeutico, che prevede terapie neoadiuvanti e adiuvanti, hanno ottenuto una riduzione del rischio di recidiva o morte del 50% rispetto alle pazienti trattate con quello che fino ad oggi è stato lo standard di cura.


Radioterapia: in quali casi di tumore al seno

La radioterapia viene solitamente eseguita dopo l’intervento chirurgico per l’asportazione del cancro alla mammella e ha l’obiettivo di distruggere le possibili cellule neoplastiche residue grazie a radiazioni. Viene irradiata solo un’area circoscritta con precisione, così da non danneggiare gli organi circostanti. La radioterapia è raccomandata dopo interventi chirurgici conservativi, dopo mastectomia per tumore con diametro superiore ai 5 centimetri o quando le cellule neoplastiche del carcinoma mammario sono presenti in molti linfonodi.


Perché la chemioterapia dopo l’intervento chirurgico al seno

A guarigione chirurgica avvenuta, le pazienti con elevato rischio di recidiva sono candidate a ricevere alcuni cicli di chemioterapia adiuvante o post-operatoria. La chemioterapia prevede la somministrazione di farmaci antitumorali (citostatici) con lo scopo di inibire la proliferazione delle cellule cancerose. Per aumentare l’efficacia della terapia, spesso si ricorre alla combinazione di più farmaci citostatici che agiscono con differenti meccanismi d’azione e caratterizzati da diverso profilo di tossicità (polichemioterapia).
A differenza della radioterapia, la chemioterapia agisce in modo sistemico e quindi ha effetto su tutto l’organismo e può così contrastare la comparsa di possibili metastasi a distanza. La somministrazione della chemioterapia avviene perlopiù tramite infusione a livello ambulatoriale, poco frequente l’impiego di regimi orali.
La chemioterapia può essere proposta in alcuni casi specifici prima della chirurgia (per esempio quando il tumore al seno è esteso e non asportabile, coinvolga i linfonodi o aderisca ai muscoli del torace). La chemioterapia prima dell’operazione chirurgica è indicata anche nei casi di carcinoma infiammatorio della mammella.


Ormonoterapia: quando e come dopo l’asportazione di un cancro al seno

La terapia ormonale può avere inizio dopo l’operazione di asportazione del cancro alla mammella. È importante assumere i farmaci in maniera sistematica, sempre sotto la guida di un medico specializzato, affinché la terapia risulti efficace. Possono beneficiare della terapia ormonale le pazienti affette da un carcinoma tumorale che esprimono i recettori degli estrogeni e quindi sono potenzialmente sensibili a una stimolazione da parte degli ormoni. I trattamenti ormonali vengono differenziati per le pazienti in pre-menopausa e post-menopausa.


Immunoterapia: combattere il tumore al seno come se fosse un'infezione

La ricerca scientifica studia da tempo come combattere le forme di cancro stimolando una risposta del sistema immunitario del paziente e si registrano progressi notevoli nell’ambito dell’immunoterapia. Una cura che permette al sistema immunitario di riconoscere le cellule cancerose e combatterle da solo eliminando la protezione con cui le cellule tumorali possono evitare un attacco da parte del sistema immunitario. In genere il sistema immunitario è in grado di riconoscere le cellule tumorali e combatterle in modo mirato, ma alcune cellule cancerose possono eludere questo meccanismo di difesa permettendo al tumore di crescere. Specifici anticorpi (inibitori dei checkpoint) impediscono questa comunicazione errata fra tumore e sistema immunitario rendendo le cellule cancerose nuovamente visibili al sistema immunitario e quindi suscettibili di essere attaccate da quest’ultimo. Inoltre, bloccano i punti di aggancio (recettori) sulle cellule tumorali o sulle cellule del sistema immunitario. In questo modo le cellule tumorali non possono più “comunicare in modo errato” con le cellule del sistema immunitario e quindi le difese del corpo possono riprendere la loro azione contro il tumore.


Le terapie mirate

Uno degli approcci più recenti per battere il cancro, incluso quello al seno, si basa sull'individuazione di specifiche mutazioni che guidano la proliferazione delle cellule maligne. L'obiettivo è bloccare la crescita del tumore sviluppando farmaci in grado di interferire con le molecole che le cellule tumorali esprimono in maniera caratteristica. Farmaci che abbiano cioè un target preciso e non agiscano in modo indiscriminato su tutte le cellule che si moltiplicano velocemente. È questo il principio delle terapie mirate a base di anticorpi monoclonali, progettati per legarsi a specifiche proteine sulla superficie delle cellule malate guidando l'azione antitumorale.

Approfondimenti

ContattiMediaEtica e trasparenzaLinkedInFacebookTwitterYouTubeInstagramCarriereL'impatto sul sistema saluteLa storiaMedicina personalizzataInformativa PrivacyTermini e CondizioniInformativa cookieInformativa privacy per la farmacovigilanza