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Carriere Biotech: il futuro è nell’incontro tra scienza e tecnologia

Il futuro delle carriere Biotech non segue un percorso lineare. Per trasformare la scienza in innovazione per la Salute, oggi sono decisive le competenze trasversali: dal problem solving al lavoro di squadra, dall’empatia alla proattività. Con gli interventi dei professionisti di Roche e di altri esperti esploriamo le skill e la mentalità necessarie per costruire un percorso di successo.

Che cosa accomuna Medicina e Ingegneria? Molto più di quanto immaginiamo. Oggi il percorso professionale non è più una linea retta: le carriere si intrecciano, creando ruoli ibridi che richiedono competenze trasversali, curiosità e capacità di adattamento. Un concetto espresso con chiarezza da Vanessa Carrasco, Roche Customer Support Center Hub Lead Roche Diagnostics, durante la terza edizione della Biotech Week, ospitata nel campus di Monza. «Non parliamo di una linea retta, ma di un incrocio di strade che forma una sinusoide», ha spiegato Carrasco, sottolineando come proprio questa complessità rappresenti «il valore dell’innovazione e della creatività in azienda».

L’open day, dal titolo Innovazione per la Salute: Medicina e Ingegneria incontrano il futuro in azienda, è parte delle iniziative Roche per avvicinare i giovani al mondo del lavoro e ha visto la partecipazione di 80 studenti universitari, offrendo loro un’occasione unica di confronto con professionisti del settore biotech. L’obiettivo? Fornire alle nuove generazioni strumenti e visione per orientarsi in un comparto in rapida evoluzione.

Come ha ricordato Fabrizio Greco, Presidente di Assobiotec - Federchimica, il biotech è un pilastro per il Paese: «La Biotech Week celebra quest’anno la XIII edizione, confermando l’Italia come il Paese con il maggior numero di iniziative in Europa». Greco ha definito il settore «una tecnologia che l’UE considera tra le più promettenti del XXI secolo», capace di offrire «soluzioni concrete alle grandi sfide della società, dalla salute alla sostenibilità ambientale».

Oltre la scienza: competenze e managerialità

Attraverso un confronto ampio e trasparente, il dibattito si è concentrato sulle competenze chiave che, al di là del know-how tecnico, sono indispensabili per eccellere.

Ennio Tasciotti, Professore Ordinario di Tecnologie Mediche Avanzate all’Università San Raffaele di Roma e moderatore dell’evento, ha evidenziato l’importanza del pensiero critico: «Il problem solving è indispensabile nelle professioni legate alla ricerca e alla medicina. Serve la capacità di scomporre problemi complessi in parti più semplici». Il suo invito agli studenti? «Tenete sempre aperto uno spazio della mente per ciò che potrete ancora conoscere».

Anna Maria Porrini, Direttore Medico Roche Italia, ha aggiunto: «Le competenze scientifiche sono fondamentali, ma da sole non bastano. Servono conoscenza dei processi regolatori, capacità relazionali e managerialità per trasformare le idee in azioni concrete».

Diversità, empatia e lavoro di squadra

Ramiro Pena, Healthcare Development Director Roche Diagnostics Italia, ha sottolineato il valore delle soft skill e dei team internazionali: «Vedo in voi non solo il futuro di questa nazione, ma del mondo». Pena ha definito l’empatia «una soft skill fondamentale», insieme alla capacità di ascoltare, valorizzare la diversità e collaborare proattivamente. Elementi essenziali per creare «squadre di successo, capaci di portare risultati concreti» sono «ascoltare, capire quando dare la parola al collega, abbracciare la diversità e cercarla propositivamente».

Apprendimento continuo fuori dalla zona di comfort

In un settore in costante evoluzione, la formazione e la flessibilità sono imprescindibili.

Federico Pantellini, Medical Excellence Leader Roche Pharma Italia, ha spiegato: «È importante restare sempre curiosi e avere accesso a un percorso di formazione continua all’interno del proprio percorso professionale. Per ogni ora di formazione obbligatoria, Roche ne garantisce 2,3 di formazione non obbligatoria. È essenziale per affrontare un contesto che cambia rapidamente». Questo è necessario, ha aggiunto, perché si lavora in un «contesto in costante evoluzione, dove c’è necessità di flessibilità e di un’evoluzione continua delle conoscenze e delle competenze».

Porrini ha ricordato poi l’esperienza del Covid: «Ha stravolto le regole, ma tutto ciò che avevamo imparato ci ha permesso di essere in prima linea. Non smettete mai di imparare».

Infine, Carrasco ha invitato i giovani a uscire dalla comfort zone: «Abbracciate l’incertezza. Le esperienze più ricche nascono dalle scelte non pianificate. Se non vi sentite un po’ scomodi, non vi state sfidando abbastanza».

Mentre la tecnologia viaggia a velocità ormai straordinarie, con l’intelligenza artificiale e il quantum computing che offrono possibilità decisamente oltre la nostra portata, tutto ciò che resta squisitamente umano, invece, come le soft skill apporta un contributo fondamentale anche in un settore come il biotech. Tenetevi pronti.