Be Our Future: ecco il ponte di Roche tra la fine degli studi e l’inizio del percorso professionale

“Qui le idee nuove sono benvenute!”. Luca, Alessandra, Claudia, Siwar, Francesca, Lorenza, Stefano: sono loro i 7 giovani che da Be Our Future, il programma di Talent Acquisition di Roche, sono approdati in azienda. Le loro sono storie di curiosità, crescita personale e voglia di mettersi in gioco. Dal momento in cui hanno iniziato le selezioni fino ai primi mesi di esperienza in azienda, ecco il racconto di chi sta percorrendo quel ponte tra la fine degli studi e l’inizio di un percorso professionale.

Che cosa spinge un giovane laureato a tuffarsi in un’esperienza comeil programma di Talent Acquisition di Roche? Per molti dei partecipanti all’ultima edizione, la risposta è semplice: curiosità e voglia di mettersi in gioco. Luca Beccato, 23 anni, entrato in stage nella divisione di Digital Customer Engagement, voleva capire meglio il mondo farmaceutico, un settore che non aveva mai esplorato durante gli studi: “Volevo scoprire come funzionasse e l’iniziativa mi sembrava perfetta per farlo”.

Siwar Balti collabora con il team di farmacovigilanza come Patient Safety Trainee. Voleva uscire dalla sua comfort zone universitaria e affrontare una realtà completamente nuova: “Il mondo aziendale era un territorio sconosciuto e non vedevo l’ora di esplorarlo e imparare cose nuove”. Claudia Costa, 23 anni, nel team di Commercial Solutions all’interno della divisione Market Access, aveva chiaro l'obiettivo di mettere in pratica le conoscenze universitarie e trasformarle in risultati effettivi: “L'iniziativa Be Our Future mi è sembrata una grande opportunità per mettermi alla prova e trasformare le conoscenze acquisite durante gli studi in esperienze concrete”.

Per Alessandra Tirone, 24 anni, collaboratrice nella divisione Governmental Affairs & Integrated Access, l’occasione offerta da Be Our Future è stata una vera e propria sorpresa: “Mi ha colpito l'atmosfera di apertura e la cultura aziendale basata su collaborazione e inclusività. Prima di iniziare, immaginavo Roche come una realtà strutturata e rigorosa, ma sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla disponibilità di tutti nel condividere conoscenze e supportarsi a vicenda. Ho notato un forte impegno a favorire l'innovazione, incoraggiando idee nuove e la crescita personale”. Lo conferma anche Luca:Una volta completato l’iter di selezione, ho particolarmente apprezzato il fatto di avere l’occasione di poter visitare la sede, conoscere gli altri candidati e chi già lavora in Roche, e poter svolgere di persona l'ultima parte di assessment".

Le persone fanno la differenza

Entrare in azienda dopo il percorso di studi e specializzazione può far paura, ma quello che sorprende è come qualsiasi timore possa svanire davanti a un caloroso benvenuto nella nuova realtà. Alessandra descrive i suoi primi giorni come un mix di emozioni: “È stato travolgente, ma anche super stimolante! L’onboarding è stato estremamente utile perché ho conosciuto tantissime persone e avuto una visione chiara dell’azienda e della sua missione. Mi sono sentita subito parte di un lavoro di squadra”. Anche Claudia ha trovato l'inserimento fondamentale: “Tra training, incontri e supporto del mio tutor è stato facile ambientarsi. Ho avuto fin da subito gli strumenti per orientarmi in un ambiente completamente nuovo”. 

In tutte le storie che abbiamo raccolto emerge un elemento comune: le persone fanno davvero la differenza. Siwar racconta di aver trovato un aiuto umano che non si aspettava: “La mia responsabile è sempre pronta ad aiutarmi e supportarmi su ogni aspetto, anche personale qualora ne avessi bisogno. E il team mi ha fatto sentire accolta sin dal primo giorno”. Lorenza Ardia, che è entrata nel team Finance grazie ai suoi studi in Economics and Management, conferma l'impressione del primo giorno: "Mi ero già fatta un'idea durante la giornata Be Our Future, ma vivere l'esperienza quotidiana, a contatto con i colleghi e all'interno di un'azienda, è stato decisamente più stimolante di quanto immaginassi".

Anche Stefano Mignella, 28 anni, trainee nell’area marketing del team CoreLab di Roche Diagnostics, ha notato l’apertura dei colleghi: “Tutti sono stati disponibili e pronti a condividere le loro conoscenze in un clima realmente collaborativo. Questo mi ha aiutato a inserirmi velocemente e a sentirmi parte integrante dell’azienda e di un team di lavoro affiatato”.

Francesca Berardi, dal Marketing di Roche Pharma, condivide un’esperienza simile: “Il mio responsabile e i miei colleghi si sono assicurati che avessi tutto ciò di cui avevo bisogno, dal supporto tecnico alla formazione. Non mi sono mai sentita lasciata sola e mi sento libera di esprimermi”. Poi c’è il legame tra i colleghi conosciuti durante Be Our Future, che non si limita al lavoro: “È come se fossimo amici da sempre. Condividiamo tutto, non solo il lavoro, e questo rende ogni giorno un tassello importante nel mio percorso”.

Un ambiente che non ti aspetti

Quando pensi a un’azienda e a una multinazionale si è portati a immaginare formalità e regole rigide. Ma questo è un mito da sfatare ed è bene cambiare idea in fretta. Stefano racconta così la sua sorpresa: “Da fuori Roche sembra un’azienda strutturata e formale, ma dentro ho trovato un clima di apertura e collaborazione che non mi aspettavo. Tutti sono pronti a condividere le loro conoscenze e a darti una mano”.

Alessandra ha percepito subito un’energia positiva e innovativa: “Qui le idee nuove sono benvenute e ognuno di noi viene incoraggiato a fare proposte, condividere conoscenze e supportarsi a vicenda. C’è un forte impegno a favorire l’innovazione e la crescita personale”. Claudia sottolinea un altro aspetto fondamentale: “Fin dal primo giorno i colleghi mi hanno coinvolta attivamente. Mi ha sorpreso un ambiente di lavoro collaborativo, accogliente e orientato al networking”. Sempre Stefano parla con entusiasmo della sua esperienza professionale: “Ho scoperto un ambiente di lavoro aperto, dove il confronto è sempre incoraggiato e la condivisione delle conoscenze è vista come un punto di forza”.

Sostegno e condivisione in ogni momento

Crescere come persone prima ancora che come professionisti: questo è il desiderio di chi passa dal mondo puramente accademico a quello del lavoro. Francesca ha capito subito l’atmosfera: “Qui mi sento libera di esprimermi. Posso proporre idee, sapendo che c’è sempre qualcuno pronto ad ascoltarmi e a guidarmi”.

Claudia ha trovato nel suo tutor un vero punto di riferimento: “Il supporto del tutor è stato fondamentale perché mi ha aiutata a integrarmi, introducendomi alla rete di colleghi e offrendomi preziosi consigli per muovermi con sicurezza. È un punto di riferimento per me e apprezzo molto la flessibilità che mi lascia nel modo di lavorare, accompagnata da un incoraggiamento continuo”. Lorenza inizialmente aveva timore di non riuscire completamente ad adattarsi, ma ha trovato “grande supporto dal team di colleghi e anche da parte degli altri ragazzi di Be Our Future. Mi sono integrata rapidamente e sentendomi da subito parte di un team di lavoro".

Anche Alessandra parla con entusiasmo del mentoring: “I manager e i colleghi mi hanno aiutata a superare rapidamente tutte le incertezze dei primi giorni. Mi sono sentita immediatamente parte di un lavoro di squadra”. Per Siwar: “Nonostante l’iniziale ansia, mi sono sentita subito a mio agio grazie alla combinazione di sostegno e condivisione di conoscenze e progetti. Tutto questo ha reso il mio ingresso in azienda estremamente positivo e formativo”.

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