Esigenze mediche non soddisfatte e protezione dei dati regolatori: le novità della la riforma della legislazione UE

Nell’ambito della proposta di riforma della legislazione farmaceutica, l’obiettivo è favorire l’innovazione e la competitività all’interno dell’UE, attraverso - tra le altre - la modifica della durata della protezione dei dati regolatori e ponendo particolare attenzione ai c.d. Unmet Medical Needs (UMN)

Una delle sfide delladell’Unione europea per regolare il settore farmaceutico riguarda la Regulatory Data Protection (i.e. la protezione dei dati regoaltori) e i cosiddetti Unmet Medical Needs (UMN), cioè le esigenze mediche non soddisfatte, espressione che viene utilizzata per descrivere le aree terapeutiche che richiedono attenzione, laddove l’offerta di farmaci non è ancora disponibile o non è da considerarsi sufficiente.

Ladell'Unione Europea per regolare il settore farmaceutico, pubblicata dalla Commissione ad aprile 2023, e successivamente emendata e votata dal Parlamento, in seduta plenaria, in prima lettura, nell’aprile 2024, ha l'obiettivo di modernizzare il quadro normativo esistente e promuovere una maggiore sostenibilità, una semplificazione delle procedure e quindi più competitività per l'industria farmaceutica degli Stati membri.

La riforma è attualmente in fase di revisione da parte del nuovo Parlamento europeo e del Consiglio, dopo le elezioni politiche di giugno 2024. I negoziati riprenderanno quindi nell'attuale legislatura con un orizzonte di adozione ipotizzato dopo il 2026. 

Il nuovo quadro normativo europeo in via di definizione mira  a garantire un’autorizzazione più rapida dei medicinali innovativi, a vantaggio dei pazienti e a fronte di un sistema di incentivi competitivi a livello mondiale per le aziende che investono in ricerca e sviluppo.

A tutt’oggi, molte malattie gravi non dispongono di cure appropriate: per alcuni tumori o malattie neurodegenerative, ad esempio, non esistono trattamenti soddisfacenti. Delle oltre 6.000 malattie rare conosciute, il 95% non ha attualmente alcuna opzione di cura. La riforma, quindi, promuove l’innovazione e gli investimenti farmaceutici per lo sviluppo di medicinali in grado di rispondere a queste esigenze mediche non soddisfatte, attraverso l'attuazione di norme e procedure più semplici e un maggiore coinvolgimento dei pazienti nei processi di valutazione dei farmaci, senza compromettere la sicurezza.

Nuovi farmaci orfani per le malattie rare e Regulatory Data Protection

L’obiettivo cui aspira la riforma è il passaggio da un modello basato sull’offerta a un modello basato sui bisogni. Questo riguarda in particolare i cosiddetti “farmaci orfani”, cioè quei medicinali utilizzati per la diagnosi, la prevenzione e il trattamento delle malattie rare. In Europa una malattia è considerata rara quando colpisce non più di 5 persone ogni 10.000 abitanti. Per promuovere lo sviluppo di medicinali orfani e premiare i progressi terapeutici in questo ambito la nuova legislazione introduce il concetto di medicinale orfano che risponde a un’elevata esigenza medica insoddisfatta (HUMN - High Unmet Medical Need).

Tuttavia, la proposta di revisione riguardante i farmaci orfani presenta alcune criticità:

• i criteri per determinare l'elevato bisogno medico non soddisfatto (HUMN) non sono chiari e necessitano di una definizione più precisa, poiché potrebbero causare incertezze nel quadro normativo applicabile ai farmaci orfani, con conseguenze sui sistemi nazionali, inclusi i processi di determinazione del prezzo e del rimborso. 

• La market exclusivity per i farmaci orfani subirà una riduzione, passando da dieci a nove anni, e sarà collegata alla molecola piuttosto che all'indicazione specifica. 

Sebbene siano previste alcune condizioni specifiche per estendere il periodo di data protection e market exclusivity, tali condizioni sembrano insufficienti a incentivare gli investimenti necessari. Le condizioni includono l'accesso e la continuità delle forniture in tutti i Paesi UE entro due anni dal rilascio dell'Autorizzazione all'Immissione in Commercio (AIC), l’identificazione di indicazioni per esigenze mediche non soddisfatte, lo sviluppo di studi clinici comparativi, e l’ottenimento di indicazioni con significativo beneficio clinico.

Queste condizioni appaiono irrealistiche, aggiungendo complessità e imprevedibilità al sistema regolatorio. La mancanza di certezze rende difficile per le imprese pianificare i propri investimenti, potenzialmente diminuendo l'attrattività del mercato per i farmaci orfani.

Per le aziende farmaceutiche, c’è, inoltre, particolare attenzione alle modifiche proposte per la durata della protezione dei dati regolatori. 

La riforma propone, in effetti, significative modifiche al sistema di protezione dei dati regolatori (RDP) per incentivare l'innovazione e migliorare l'accesso ai farmaci. I punti principali sono due: il periodo di protezione e gli incentivi aggiuntivi.

La durata della protezione regolatoria, durante la quale i dati - a titolo esemplificativo e non esaustivo: indicazioni terapeutiche, controindicazioni e reazioni avverse, posologia - inizialmente presentati al fine di ottenere un’autorizzazione all'immissione in commercio, non possono essere menzionati da un altro richiedente per una successiva autorizzazione all’immissione in commercio, è variabile e dipende dalla tipologia di prodotto e dal livello di investimento dell’azienda.

La durata standard di protezione normativa dei dati, inizialmente di 6 anni, come da proposta della Commissione Europea, è stata fissata a 7 anni e mezzo, a seguito degli emendamenti proposti dal Parlamento, con la possibilità di estenderlo ulteriormente in determinate circostanze come: necessità mediche non soddisfatte (+12 mesi) per lo sviluppo di terapie per malattie rare o difficili da trattare; trial clinici comparativi (+6 mesi) con studi che confrontano l'efficacia di un nuovo farmaco con quelli di un trattamento esistente; ricerca e sviluppo nell'UE (+6 mesi) se una parte significativa della ricerca e sviluppo del farmaco avviene negli Stati membri e/o in collaborazione con entità di ricerca europee.

Inoltre si aggiungono 2 anni di protezione del mercato, durante i quali i farmaci generici e biosimilari non possono essere commercializzati.

La protezione totale può arrivare fino a un massimo complessivo di 8 anni e mezzo, considerando tutte le estensioni possibili.

Inoltre, il periodo minimo di protezione dei dati (RDP) verrebbe innalzato di 12 mesi se il particolare prodotto risponde a un'esigenza medica non soddisfatta. Un altro criterio riguarda i farmaci orfani, che potrebbero beneficiare di un massimo di 11 anni di esclusività di mercato se dovessero rispondere a un "elevato bisogno medico non soddisfatto"(1).

In caso di significativa riduzione del periodo di RDP, la preoccupazione principale per le aziende innovatrici è rappresentata dal fatto che l’eccessiva riduzione del periodo di tutela può disincentivare importanti investimenti all’interno dell’Unione Europa.

In effetti, la riduzione del periodo di esclusiva regolatoria sui dati  facilita l’ingresso sul mercato dei farmaci generici e biosimilari, perché le aziende produttrici possono avviare anticipatamente il proprio iter autorizzativo. 

L'impatto negativo della ridotta protezione della proprietà intellettuale per le imprese  operanti in Europa nel settore farmaceutico non riguarda solo la programmazione dei loro  investimenti. La revisione proposta potrebbe, in sostanza, ridurre l'attrattività  dell'intera area per gli investimenti esteri, facendo aumentare il gap di competitività  tra UE e Paesi terzi. L’intervento del Parlamento Europeo è andato proprio a mitigare questo fattore, ritornando ai livelli quasi simili all'attuale sistema di RDP, ma mantenendo una logica premiale, cercando di raggiungere un equilibrio, attraverso un esercizio di bilanciamento di interessi, rafforzando la necessità di continuare a favorire gli  investimenti in ricerca e sviluppo delle aziende innovative.

Per garantire l’autonomia dell’UE e attrarre investimenti in ricerca e sviluppo, è necessario un approccio integrato che includa una regolamentazione chiara e stabile che tenga conto delle esigenze dei diversi portatori d’interesse. 

Nuovi medicinali pediatrici

Nell’ottica di favorire un più ampio accesso ai farmaci e alla loro disponibilità, il nuovo sistema regolatorio europeo si focalizza anche sui medicinali per uso pediatrico, prevedendo uno screening di tutti i nuovi prodotti immessi sul mercato per un potenziale utilizzo nella cura dei bambini e la creazione di una rete europea di rappresentanti dei pazienti, accademici, sviluppatori di farmaci, ricercatori e centri con competenze per supportare lo sviluppo di medicinali per i piccoli pazienti. 

Altre azioni riguardano incentivi per una maggiore ricerca e investimenti in medicinali pediatrici, con l’obiettivo di approvare nuovi farmaci specificatamente destinati all’infanzia, superando le difficoltà del passato relative alle preoccupazioni etiche per il coinvolgimento dei bambini negli studi clinici e lo scarso interesse dei produttori per questo tipo di farmaci.

Per accelerare il processo di regolamentazione dei Piani di Indagine Pediatrica (PIP) e pertanto la ricerca e sviluppo pediatrica nell'UE, è stata accolta con favore la proposta della Commissione di semplificare la struttura dei comitati scientifici dell'EMA. Questa semplificazione manterrebbe comunque l'expertise necessaria per lo sviluppo dei medicinali pediatrici, riducendo il carico amministrativo per i regolatori e l'industria, e aumentando l'efficacia e l'efficienza della valutazione scientifica e delle procedure regolamentari associate.

Inoltre, viene sostenuta l'adozione di un approccio più pragmatico riguardo al livello di dettaglio da includere in una domanda iniziale di PIP. Questo approccio prevede l'impegno a presentare un PIP più sviluppato man mano che i dati diventano disponibili, integrando il progetto pilota attuale del 'PIP graduale' nella legislazione proposta (Articolo 74 del Regolamento). Tuttavia, la proposta di una procedura specifica con tempistiche diverse (come proposto nell'Articolo 77 del Regolamento) rispetto al PIP standard potrebbe compromettere la velocità e l'agilità di questo sviluppo positivo.

In conclusione, il nuovo sistema regolatorio europeo per i medicinali pediatrici cerca di bilanciare l'esigenza di rigorosi controlli scientifici e regolamentari con la necessità di rendere disponibili farmaci sicuri ed efficaci per i bambini.

Fonti

  1. https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20240408IPR20308/il-parlamento-adotta-la-sua-posizione-sulla-riforma-del-sistema-farmaceutico-ue

Per approfondire:

  • https://www.roche.it/storie/legislazione-farmaceutica-ue-novita-su-amr-ed-era

  • https://www.roche.it/ripensare-il-futuro:-la-riforma-della-legislazione-farmaceutica-ue

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