La definizione di Sindrome Coronarica Acuta (SCA)1 è ampia ed articolata, riguarda pazienti con sintomi riconducibili ad un’ischemia miocardica (carenza di ossigeno a livello del tessuto cardiaco) che sono a rischio di infarto miocardico acuto o necrosi cardiaca nell’immediato futuro.
Le SCA si distinguono in due grandi categorie a seconda del referto dell’elettrocardiogramma (ECG): infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI), causato da un’occlusione acuta e totale di un vaso coronarico, e infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI), determinato da un’occlusione coronarica parziale o intermittente.
Si parla invece di angina quando è comunque presente il tipico sintomo del dolore toracico ma non vi è necrosi miocardica (morte delle cellule del tessuto cardiaco). La forma più grave è sicuramente rappresentata dall’infarto STEMI, dove l’occlusione totale di un vaso importante può causare la mancata ossigenazione (ischemia) del tessuto cardiaco per un tempo prolungato. Tanto maggiore è la durata dell’evento ischemico, tanto maggiore sarà l’area interessata dalla morte cellulare, tanto più grave sarà l’esito dell'infarto. 2
Pertanto è importante intervenire nel più breve tempo possibile per rimuovere l’occlusione vascolare, ristabilendo il corretto circolo sanguigno e la corretta ossigenazione del tessuto cardiaco.
In Italia, si stima che in un anno oltre 135.000 individui siano colpiti da un evento coronarico e di questi 45.000 siano eventi fatali. 3
I recenti dati nazionali sui ricoveri per NSTEMI riferiti al 2019 mostrano 65.964 ricoveri, in crescita rispetto ai 63.920 fatti registrare nel 2014. 5
La mortalità preospedaliera si attesta attorno al 30%, 6 con una durata media della degenza ospedaliera di circa 6 giorni. 5,6
Soggetti e fattori di rischio
I fattori di rischio per la Sindrome Coronarica Acuta sono comuni ad altre patologie cardiache e comprendono età avanzata (>45 anni per gli uomini e >55 anni per le donne), ipertensione arteriosa, colesterolo elevato, fumo di sigaretta, mancanza di attività fisica, diabete di tipo 2, storia familiare di angina pectoris, malattie cardiache o ictus. La prevenzione, associata a un corretto stile di vita, sono fondamentali per prevenire i fenomeni di aterosclerosi che è la principale causa di occlusione dei vasi che porta ad insorgenza di infarto.
Il percorso diagnostico
La SCA deve essere trattata con estrema urgenza. I sintomi caratterizzanti da riconoscere sono: dolore al petto, sudorazione, nausea e difficoltà respiratoria. Il paziente dev’essere tempestivamente trasportato al Pronto Soccorso già ai primi sintomi, qui sarà il medico a stabilire la causa del dolore toracico. Nel caso di sospetto clinico di Infarto Miocardico Acuto (IMA) il paziente verrà sottoposto ad ECG e ad esami di laboratorio per la valutazione dei biomarcatori cardiaci, utili a confermare o meno la presenza di IMA.
In caso di infarto STEMI, il paziente dovrà essere inviato all’angiografia per verificare l’entità dell’occlusione e stabilire la corretta strategia di riapertura del vaso sanguigno (posizionamento di uno stent o di un bypass aorto-coronarico).
In caso di un infarto NSTEMI, il dosaggio dei biomarcatori cardiaci (troponina cardiaca) consentirà di effettuare una diagnosi corretta e stabilire la migliore gestione del paziente. Ulteriori esami diagnostici di supporto possono essere la radiografia del torace, che consente al medico di controllare la dimensione cardiaca e la morfologia cardiovascolare oppure un’ ecocardiografia, per verificare la corretta funzionalità di pompa del cuore (in particolare dopo la riapertura del vaso sanguigno).
L’offerta di Roche Diagnostics
Diagnosticare precocemente e tempestivamente l’infarto acuto del miocardio è di fondamentale importanza per salvare la vita del paziente.
Le linee guida 2020 dell’European Society of Cardiology (ESC) indicano che il clinico deve ricevere la risposta al quesito diagnostico, avvalendosi entro 1 h del dosaggio della troponina ad alta sensibilità (in continuità con quanto già indicato nelle Linee Guida del 2015). 7
Il test Troponina T ad alta sensibilità disponibile sulle piattaforme di laboratorio non solo fornisce un risultato in soli 9 minuti, ma consente di rilevare un infarto nelle fasi più precoci rilevando concentrazioni nell’ordine dei picogrammi presenti nel sangue del paziente. Questa caratteristica permette di identificare anche infarti di piccolissime dimensioni, già dopo sole 3 ore dall’insorgenza del dolore toracico permettendo così di stabilire la corretta strategia di intervento e migliorando prognosi e stratificazione del rischio del paziente.
Referenze:
Amit Kumar, Christopher P Cannon. Acute coronary syndromes: diagnosis and management, part I. Mayo Clin Proc 2009 Oct;84(10):917-38. doi: 10.1016/S0025-6196(11)60509-0.
Hina Akbar, Christopher Foth , Rehan A. Kahloon , Steven Mountfort. Acute ST Elevation Myocardial Infarction. StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan.
Perugini et al. Epidemiologia delle sindromi coronariche acute in Italia. G Ital Cardiol 2010;11(10):718-729
Piano Nazionale Esiti (PNE) 2020. Data year 2019. Available from:
Clinical and organizational impact of the use of different cardiac troponin assays for the diagnosis of myocardial infarction without persistent elevation of the ST segment at presentation (NSTEMI) in 12 Italian emergency departments (EDs): the TROCAR study. Camoni L et al. Internal and Emergency Medicine
Italian National Institute of Statistics (ISTAT). Survey on deaths and causes of death 2020. Available from:
Collet JP et al. ESC Scientific Document Group, 2020 ESC Guidelines for the management of acute coronary syndromes in patients presenting without persistent ST-segment elevation: The Task Force for the management of acute coronary syndromes in patients presenting without persistent ST-segment elevation of the European Society of Cardiology (ESC), European Heart Journal, ehaa575,
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