Monza, 13.04.2021
L’Hackathon ha riunito i maggiori esperti italiani nelle diverse discipline coinvolte nel trattamento dell'epatocarcinoma, patologia complessa sia dal punto di vista clinico che gestionale.
Il carcinoma epatocellulare rappresenta, infatti, una delle patologie oncologiche più aggressive e una delle prime cause di morti oncologiche al mondo1. In Italia, nel 2020 i nuovi casi stimati di tumori epatici sono 13.000 e l’epatocarcinoma rappresenta il 75-85% dei casi2. Numerose sono le sfide presenti nel nostro Paese nella presa in carico e nel trattamento del paziente.
L’obiettivo del progetto è quello di stimolare iniziative innovative che rispondano ai bisogni reali e rilevanti dei pazienti con carcinoma epatocellulare, delle loro famiglie e dei medici che li assistono.
Monza 13 aprile 2021– Sviluppare nuove soluzioni per i pazienti che vivono con carcinoma epatocellulare – una delle prime cause di morti oncologiche al mondo1 – e i bisogni ancora non soddisfatti nella gestione della patologia, attraverso il coinvolgimento multidisciplinare degli specialisti. Questo l’obiettivo di Hack for HCC, l’Hackathon promosso da Roche in collaborazione con H-FARM, che ha visto la partecipazione di oltre 70 esperti, provenienti dai maggiori centri clinici e di ricerca italiani.
Il carcinoma epatocellulare rappresenta una delle patologie oncologiche più aggressive e per il quale sono disponibili limitate opzioni di trattamento. Ogni anno più di 815.000 persone in tutto il mondo ricevono una diagnosi di carcinoma epatocellulare1,3. Negli Stati Uniti il numero di casi dal 1980 ad oggi è più che triplicato, e rappresenta la causa di morte per malattia oncologica in più rapida crescita, mentre in Europa il cancro al fegato sta progressivamente aumentando, con circa 87.000 nuove diagnosi e 78.000 morti nel 20204-6. Secondo i dati dell’Associazione Italiana Registro Tumori (AIRTUM) 2020, nel 2020 sono attese circa 13.000 nuove diagnosi di tumore al fegato9 di cui 75-85% HCC7, con 7800 decessi2. Oggi, grazie ai progressi e alle innovazioni dal punto di vista sia diagnostico sia terapeutico, è sempre più importante che clinici con competenze differenti possano lavorare in modo sempre più integrato al fine di garantire il miglior trattamento a questo significativo numero di pazienti.
“La gestione multidisciplinare del paziente affetto da epatocarcinoma è fondamentale perché, grazie alle nuove possibilità terapeutiche, si è allungata la durata di malattia rispetto al passato, soprattutto grazie alla diagnosi precoce. Per questi pazienti sono necessari diversi approcci terapeutici a seconda della fase della malattia ed il supporto di professionisti come epatologi, chirurghi, oncologi e radiologi – ha detto la professoressa Filomena Morisco, Professore Ordinario in Gastroenterologia e direttore della Scuola di Specializzazione in malattie dell’apparato digerente all’Università di Napoli Federico II – Il progetto Hack for HCC è nato per ascoltare i medici e potenziare l’approccio multidisciplinare sul territorio nazionale, prezioso per mettere in contatto i professionisti ‘singoli’ stimolando il confronto tra gli specialisti sui vantaggi delle diverse opzioni terapeutiche a disposizione e sul modo corretto di procedere. Data la complessità della patologia e le molteplici competenze necessarie per trattarla al meglio, una delle tre sfide dell’Hackathon ha proprio voluto indagare come meglio supportare i team multidisciplinari italiani; i grandi centri infatti possono essere strutturalmente pronti per gestire anche le terapie più innovative, ma spesso manca la condivisione multidisciplinare. Un’altra sfida affrontata è stata quella relativa alla formazione degli specialisti, sempre più importante in un contesto terapeutico in rapida evoluzione come quello dell’epatocarcinoma”.
Una delle tre sfide oggetto di confronto e co-creazione dell’Hackathon si è concentrata sull’assistenza al paziente e al caregiver, che assume un ruolo fondamentale al fianco di chi soffre di epatocarcinoma.
“Si tratta di una patologia complessa e subdola poiché, non manifestando sintomi specifici, è difficile da diagnosticare nella fase iniziale, se non attraverso uno stretto monitoraggio dei pazienti a rischio: le percentuali di guarigione sono ancora basse e solo un quinto dei pazienti è vivo a cinque anni dalla diagnosi. Inoltre, i pazienti con epatocarcinoma presentano spesso comorbidità e anche per questo motivo è necessario che vengano seguiti da una squadra multidisciplinare composta da gastroenterologi, oncologi, chirurghi e radiologi diagnostici ed interventistici – ha dichiarato Ivan Gardini, Presidente dell'Associazione EpaC Onlus – Promuovere una collaborazione sinergica di tutti gli interlocutori coinvolti nel trattamento della patologia potrà rappresentare un grande aiuto per migliorarne la gestione non solo per i pazienti ma anche per i caregiver: è fondamentale costruire reti locali e regionali al fine di tracciare percorsi rapidi verso strutture ospedaliere di alta specializzazione, riducendo gli ormai noti e infruttuosi pellegrinaggi dei pazienti in strutture inadeguate. Per questa ragione la nostra associazione saluta con favore questa iniziativa che ci auguriamo possa contribuire a migliorare la presa in carico del paziente e la gestione ottimale della patologia. La nostra associazione è infatti da anni impegnata per tutelare i diritti dei pazienti e siamo convinti che sia oggi più che mai necessario che la malattia venga gestita in strutture specializzate da team multidisciplinari".
I partecipanti, divisi in team multidisciplinari, hanno raccolto queste sfide, ideando insieme e proponendo soluzioni innovative per migliorare il percorso di cura e per agevolare la presa in carico da parte dei medici. A giudicare i progetti presentati un panel di esperti a vario titolo in ambito sanitario, che ha selezionato le migliori iniziative secondo precisi criteri di valutazione, tra cui aderenza alla sfida, originalità, misurabilità della soluzione, fattibilità e impatto sul sistema salute.
“L’Hackathon è stato un nuovo modo per creare dialogo tra un gruppo di specialisti diversi, di età differenti e con varie esperienze. Il confronto per trovare soluzioni innovative, su tre tematiche distinte, è stato molto positivo – ha dichiarato il Professor Andrea Casadei Gardini, Ricercatore senior di Oncologia presso Università Vita-Salute San Raffaele, Istituto Scientifico San Raffaele di Milano - Fino a poco tempo fa, senza opzioni farmacologiche efficaci, il dialogo fra i diversi specialisti non era considerato così significativo, adesso invece risulta fondamentale, grazie a combinazioni di terapie sistemiche sempre più efficaci.”
A vincere “Hack for HCC” tre progetti che hanno avuto come obiettivo principale quello di ridurre le distanze tra specialisti e pazienti grazie allo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative e in grado di migliorare la gestione e la presa in carico in maniera trasversale. Ad essere giudicata positivamente dalla giuria “E-Referral Epatocarcinoma”, una piattaforma dedicata alle aziende sanitarie locali, ai medici di medicina generale e agli specialisti, per favorire la gestione multidisciplinare dei singoli pazienti. Tra i vincitori, il team che ha proposto “Lidia Liver Diary”, un vero e proprio diario di bordo condiviso tra medici e pazienti nella doppia versione digitale e cartacea. “Wiki HCC” è invece la suggestiva idea del terzo gruppo vincitore dell’Hackathon, una bacheca virtuale nella quale far convergere le informazioni utili per specialisti, pazienti e caregiver.
Roche è impegnata a combattere i disordini del fegato in tutto il percorso della malattia, dalle prime fasi fino alla malattia avanzata, con l'obiettivo finale di fermare un giorno le patologie croniche del fegato. Un impegno che vede coinvolta non solo Roche Pharma sin dagli anni 90 con farmaci per le epatiti e oggi lo sviluppo di nuovi farmaci come atezolizumab, ma anche Roche Diagnostics con test immunometrici volti a migliorare la diagnosi precoce di epatocarcinoma e Roche Diabetes Care che da anni promuove, attraverso i propri portali rivolti ai pazienti diabetici, informazioni su corretti stili di vita e alimentazione, al fine di prevenire lo sviluppo di patologie epatiche quali cirrosi e fibrosi, che ledono la funzionalità d'organo e possono provocare gravi conseguenze, fino allo sviluppo di carcinomi epatici9.
Roche in immunoterapia oncologica
Da oltre 50 anni Roche sviluppa farmaci con l'obiettivo di ridefinire il paradigma di trattamento in oncologia. Oggi, stiamo investendo più che mai nel nostro sforzo di portare opzioni terapeutiche innovative che aiutino il sistema immunitario di un soggetto a combattere il cancro. Con l’applicazione della nostra determinante ricerca nel profiling immunitario del tumore, nell'ambito del ciclo immunitario del cancro ideato da Roche, stiamo accelerando ed espandendo i benefici della trasformazione con atezolizumab a un numero maggiore di soggetti che convivono con il cancro. Il nostro programma di sviluppo nella cancer immunotherapy adotta un approccio globale nel perseguire l'obiettivo di ripristinare l'immunità anti-tumorale per migliorare i risultati per i pazienti.
Per saperne di più sull'approccio scientifico di Roche all'immunoterapia antitumorale:
http://www.roche.com/research_and_development/what_we_are_working_on/oncology/cancer-immunotherapy.htm
Roche Italia
In Italia Roche è presente da oltre 120 anni con oltre 1.100 dipendenti (di cui 600 a Monza) che ogni giorno lavorano per ricercare soluzioni terapeutiche in grado di prevenire, diagnosticare e trattare le malattie, dando un contributo sostenibile alla società. Nel nostro Paese Roche è presente con le tre divisioni del Gruppo: Roche S.p.A., Roche Diagnostics S.p.A. e Roche Diabetes Care S.p.A.
Roche S.p.A. è la divisione farmaceutica del gruppo multinazionale. Leader nell’area della salute, Roche fa della ricerca scientifica il motore della sua lunga storia di azienda innovatrice della salute, per portare soluzioni terapeutiche all’avanguardia in grado di migliorare la salute, la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti, contribuendo così a trasformare il futuro della medicina.
La combinazione delle competenze farmaceutiche e diagnostiche all’interno della stessa organizzazione ha portato Roche a essere all’avanguardia nella medicina personalizzata con un portafoglio diversificato di trattamenti in oncologia, immunologia, malattie infettive, e sistema nervoso centrale. La ricerca e la spinta all’innovazione sono da sempre la risposta offerta da Roche alle continue sfide della salute, come testimonia il lavoro incessante portato avanti nello sviluppo di un portfolio unico in patologie ad alto grado di complessità, come i tumori, l’emofilia, l’autismo, l’Alzheimer, l’atrofia muscolare spinale (SMA) e la sclerosi multipla.
Da anni Roche è in cima alle classifiche mondiali per investimenti in R&S: nel 2020 solo in Italia Roche ha investito 45 milioni di euro per la ricerca clinica, con circa 210 centri di ricerca coinvolti in oltre 238 studi clinici e oltre 17.850 pazienti che hanno così potuto beneficiare di un percorso diagnostico specifico e di cure all’avanguardia senza alcun costo a carico delle famiglie o del Servizio Sanitario Nazionale.
Guardando sempre al futuro della salute, Roche è da tempo impegnata per la sostenibilità del Sistema Salute attraverso numerose attività, convinti che in un contesto sociale caratterizzato da un aumento dell'aspettativa di vita media e da risorse limitate, sostenibilità significhi garantire a tutti il diritto alla salute, all'interno di un sistema correttamente funzionante, senza sprechi o falle, e una reale equità d'accesso.
Contatti media:
Oncology Communications Manager Roche S.p.A
Sara Bernabovi: [email protected];+ 39 342.7579993
[1] Llovet JM et al. Hepatocellular carcinoma. Nat Rev Dis Primers. 2016;2:16018
[2] AIOM-AIRTUM, “I numeri del cancro in Italia 2020”, Gruppo di lavoro AIOM, AIRTUM, Fondazione AIOM, PASSI.
[3] World Health Organisation. Globocan 2020 – Liver cancer factsheet. [Internet; cited 2020 December] Available from: http://gco.iarc.fr/today/data/factsheets/cancers/11-Liver-fact-sheet.pdf. .
[4] American Cancer Society. Key statistics about liver cancer. [Internet; cited 2020 October] Available from: https://www.cancer.org/cancer/liver-cancer/about/what-is-key-statistics.html. .
[5] Rawla P et al. Update in global trends and aetiology of hepatocellular carcinoma. Contemp Oncol (Pozn). 2018;22(3):141-150. .
[6] Pimpin L et al. Burden of liver disease in Europe: Epidemiology and Analysis of Risk Factors to Identify Prevention Policies. J Hepatol. 2018;69(3):718-735. .
[7] World Health Organisation. Globocan 2020 – Europe factsheet. [Internet; cited 2020 December] Available from: https://gco.iarc.fr/today/data/factsheets/populations/908-europe-fact-sheets.pdf. .
[8] Bray F. et al. Global cancer statistics 2018: GLOBOCAN estimates of incidence and mortality worldwide for 36 cancers in 185 countries CA: Cancer J Clin. 2018;68:394 424.
[9] https://www.dovepress.com/type-2-diabetes-mellitus-increases-the-risk-of-hepatocellular-carcinom-peer-reviewed-article-CMA