Data Manager e Infermieri di Ricerca: due figure chiave per lo sviluppo della ricerca clinica in Italia

Nel corso degli ultimi anni, grazie alle innovazioni introdotte dalla tecnologia, la ricerca in clinica ha assunto un ruolo sempre più strategico per il nostro Paese per il suo valore scientifico, sociale, etico ed economico per i cittadini, per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e per l’intero Sistema. Questa rapida evoluzione ha determinato una crescente complessità nel mondo delle sperimentazioni in ambito sanitario, tanto in termini di procedure quanto di burocrazia. Si è resa così necessaria la creazione di strutture dedicate e la costituzione di team multiprofessionali dedicati alla progettazione e alla conduzione degli studi, che includono anche figure di natura non medica.

Mentre in alcuni Paesi europei queste figure professionali siano già da tempo consolidate e ben definite, in Italia hanno iniziato ad affermarsi solo di recente. Quindi, nonostante la letteratura scientifica dimostri ampiamente come la loro presenza rappresenti non solo un valido apporto dal punto di vista documentale e amministrativo, ma anche una risorsa cruciale per ciò che riguarda gli indicatori di etica e di qualità della ricerca, a oggi non esiste un riconoscimento istituzionale, né tantomeno un contratto a loro dedicato all’interno del Sistema Sanitario Nazionale.

Questo mancato riconoscimento sta creando un preoccupante vacuum professionale che rischia di mettere in ginocchio la competitività della ricerca clinica italiana, insieme alla possibilità di offrire terapie sperimentali innovative ai pazienti, con conseguenze di natura etica piuttosto gravi.

Roche - che da 125 anni è leader nella ricerca clinica nel campo delle biotecnologie- scende in campo per aiutare i centri sperimentali del nostro Paese, a dotarsi di vere e proprie Clinical Trial Unit (CTU) composte da personale altamente formato e specializzato. Per dare un contributo concreto, Roche rinnova anche nel 2022 il bando dedicato ai Data Manager e agli Infermieri di Ricerca.

Una scelta che nasce da una consapevolezza: affinché la ricerca clinica che si fa risulti al passo con quella condotta in altre nazioni, è importante che i nostri centri possano garantire buone performance in termini di capacità di reclutamento dei pazienti e di organizzazione della ricerca. Questo richiede infrastrutture complesse e articolate, che si avvalgono di collaborazioni multidisciplinari e interprofessionali.

Accanto alle classiche figure dello sperimentatore, del farmacologo, dello statistico e del tecnico di laboratorio si è messa in evidenza con sempre maggior forza l’importanza di queste due figure professionali. Il data manager è fondamentale per gestire il flusso di lavoro richiesto dagli studi clinici e porsi come riferimento per il coordinamento delle diverse attività e figure professionali coinvolte. L’infermiere di ricerca, invece, ha competenze specifiche nell’assistenza ai pazienti arruolati nei protocolli sperimentali e contribuisce in prima persona alla buona riuscita degli studi clinici attraverso la gestione dei trattamenti, l’educazione terapeutica al paziente e alla famiglia, la raccolta dei dati secondo la good clinical practice e la costante comunicazione con il team.

Va proprio in questa direzione il bando di Roche, che si chiuderà il 20 maggio 2022. La selezione dei dieci candidati a cui destinare il finanziamento - di 30.000 euro a testa - sarà affidata alla Fondazione GIMBE, organizzazione no-profit indipendente. I candidati svolgeranno per 12 mesi attività di ricerca clinica non sponsorizzata da aziende farmaceutiche o biomedicali nelle aree terapeutiche oncologia, ematologia oncologica, oftalmologia, neuroscienze e coagulopatie ereditarie.

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