La broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) riguarda circa il 10% della popolazione adulta nel mondo ed è destinata a diffondersi ulteriormente: si prevede che il numero di casi aumenterà fino a 600 milioni entro il 2050.
Si tratta di una patologia complessa, che deve tenere in considerazione:
i fattori di rischio coinvolti, che sono vari ed eterogenei;
le modalità di impatto sulla popolazione a seconda di dove vive;
la complessità della risposta immunitaria;
la differente progressiva infiammazione nei polmoni dei pazienti.
Tra i fattori di rischio per la Bpco ci sono quelli individuali e quelli ambientali, tra i quali il fumo della sigaretta (anche passivo) e l'esposizione a polveri, sostanze chimiche, vapori o fumi irritanti. Non esiste al momento una cura efficace, che permetta un ritorno alla funzionalità respiratoria perduta, ma ci sono una serie di trattamenti farmacologici e altre possibilità terapeutiche.
Dal 2002 a novembre viene celebrata la Giornata Mondiale della BPCO organizzata dalla Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD). Per l'occasione andiamo alla scoperta dei passi avanti compiuti dalla ricerca e di ciò che abbiamo in programma come Roche per i bisogni finora non soddisfatti dei pazienti con BPCO. Ne parliamo con Stefania Angelini, Head of Pipeline Product Strategy di Roche Italia.
Innanzitutto, di che cosa si occupa la sua funzione?
La funzione di Pipeline Product Strategy in Roche Italia gestisce lo sviluppo strategico, clinico e di business delle molecole dalle prime fasi di sviluppo clinico nell'uomo (Fasi 1 e 2) fino alla preparazione del lancio di prodotto in Italia. Tutto questo viene fatto ovviamente in collaborazione con i team globali di casa madre e con le molteplici funzioni locali coinvolte in questo processo, che può durare diversi anni.
Le malattie respiratorie croniche rappresentano un'emergenza globale aggravata da fenomeni come il tabagismo e l'inquinamento ambientale. Qual è l'impegno di Roche nelle malattie respiratorie?
La pipeline di Roche è molto ampia e spazia in tante diverse aree terapeutiche. Tra queste lo sviluppo di farmaci per le malattie respiratorie sono un asset importante e in continua evoluzione, vista la rilevanza epidemiologica e la presenza di unmet needs (bisogni insoddisfatti) delle stesse. Non a caso, Roche è partita più di trent'anni fa con la messa a punto, di un farmaco per la fibrosi cistica (malattia rara e all'epoca senza chance terapeutiche) per poi sviluppare il primo anticorpo monoclonale per l'asma allergica grave e, a seguire, la prima terapia per la fibrosi polmonare idiopatica, anche questa malattia orfana di terapie. Oggi la nostra ricerca si è concentrata su malattie respiratorie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), vista la rilevanza che ricopre tra le patologie cosiddette sociali con alto impatto sulla popolazione.
Il trattamento della BPCO è in continua evoluzione. Come sta cambiando l'approccio terapeutico e che cosa ci aspettiamo per il futuro?
La BPCO colpisce circa 400 milioni di persone nel mondo ed è la terza causa principale di morte. I casi sono destinati a salire a 600 milioni entro il 2050 (circa l'8% della popolazione).
In Italia, secondo i dati Istat del 2019, la BPCO colpisce il 5,6% degli adulti (circa 3,5 milioni di persone con il 15 - 50% dei fumatori che sviluppa la malattia) ed è responsabile del 55% dei decessi per malattie respiratorie. Il suo impatto economico complessivo sul Servizio Sanitario Nazionale è molto rilevante, sia per la durata di malattia, sia per il notevole impiego di risorse nelle fasi di riacutizzazione, gestite per lo più con ricoveri ospedalieri. Infatti, il Programma Nazionale Esiti (PNE) riporta per il 2023 la BPCO come la seconda condizione per impatto in termini di carico assistenziale, per il quale si sono registrati 74.378 ricoveri, con un tasso medio di ospedalizzazione in aumento rispetto al 2022 (1,49‰ vs. 1,26‰). Inoltre viene riportato che la mortalità per BPCO a 30 giorni dalla riacutizzazione è del 9,55% e la riammissione in ospedale avviene nel 12% dei casi.
Roche ha oltre 30 anni di esperienza nello sviluppo di trattamenti innovativi per le malattie respiratorie. Ci impegniamo quindi con le nostre competenze innovative per capire i meccanismi immunitari che condizionano l'impatto della BPCO sulle persone. In questo modo, intendiamo contribuire a un cambiamento efficace e duraturo nel lavoro dei medici, nella vita dei loro pazienti e nel funzionamento dei sistemi sanitari. Nello specifico, siamo concentrati sulla messa a punto di un anticorpo monoclonale che riconosce come bersaglio il recettore ST2 dell’IL-33, coinvolta nella patogenesi della malattia. Abbiamo in corso due studi registrativi su più di 2.600 pazienti con BPCO moderata grave. I risultati clinici sono attesi per la seconda parte del 2025, permettendo a Roche di portare nell’area respiratoria una nuova ed importante opzione terapeutica.